E DUNQUE UNA PARTE

Poco dopo le quattro e mezza chiama il taxi, arriva alla stazione e trova che il suo treno ha 55 minuti di ritardo. Che dopo un po’ diventano 60, poi 65 e infine arriva con 70 minuti di ritardo. Alla seconda stazione si ferma e non riparte: ci informano che siamo fermi per un problema tecnico più avanti; veniamo poi a sapere che un autobus si è andato a incastrare in un sottopasso della ferrovia, e prima di farci ripassare i treni bisogna aspettare la perizia tecnica che verifichi che la struttura non sia rimasta danneggiata. Infine si riparte, e con due ore abbondanti di ritardo arriviamo a Bologna. Riparte da Bologna, corre per un po’ e poi si ferma: siamo fermi per problemi alla linea ferroviaria a Modena, ci viene detto. Fermi per venti minuti, poi riparte, corre per un minuto e poi si ferma. Resta fermo venti minuti, corre per un altro minuto e poi si ferma per venti minuti; infine si riparte e si arriva a Modena, e non riparte più. E a questo punto mi prende la paura che il personale di quel treno abbia aderito allo sciopero che inizia alle dieci: se riparte alle sette, non arrivo a Milano prima delle nove e mezza-dieci, un’altra ora abbondante per arrivare a Malpensa, e il volo non lo prendo più. Ma un ferroviere mi rassicura che no, non c’entra lo sciopero, stiamo solo aspettando che si risolva il problema alla linea, e nessuno sa quanto ci vorrà. Alla fine riparte, e arriviamo a Milano con tre ore e mezza di ritardo, all’una e un quarto invece che alle nove e tre quarti. Rassegnata a prendere un taxi, perché a quell’ora gli autobus non ci sono più, arrivo all’uscita: tutte e tre le porte sbarrate e inlucchettate. Torno indietro, vado a un’altra uscita: idem. La terza finalmente la trovo aperta, e da lì devo percorrere metà del quadrilatero della stazione per arrivare a una delle due postazioni di taxi, dove trovo taxi zero e fila in attesa di taxi chilometrica. Sono riuscita ad andare a letto alle tre e mezza, ovviamente non ho dormito ma almeno ho preso il mio aereo e sono arrivata in Israele. Dove durante la notte mi è scoppiata una vena di un occhio, e quella povera pupilla lì a galleggiare smarrita in un mare di rosso, bleaahhh che senso. Poi dopo qualche giorno si è ricominciato a vedere un po’ di bianco e adesso è tornato quasi normale. Poi nei giorni successivi ho avuto un altro problema di salute abbastanza drammatico ma in compenso – tenetevi forte che questa è grandiosa davvero – non sono caduta neanche una volta. E, alla faccia dei vegani che impartiscono lezioni sui modi di nutrirsi scientificamente dimostrati che garantiscono una salute perfetta – e pazienza se sono l’esatto contrario degli altrettanto scientificamente dimostrati metodi precedentemente presentati come garanzia di salute perfetta e forse anche di vita eterna – io non ho avuto neanche mezzo problema intestinale, io.
Vabbè, sono tornata.

barbara