L’AUSTRIA È UNO STATO DI DIRITTO?

La notte di capodanno nella Piazza del Municipio a Vienna un tizio, casualmente afghano, molesta sessualmente alcune donne, insistentemente, mette loro le mani addosso eccetera. Ad un certo momento una ragazza svizzera, sentendosi toccare il sedere, si gira di scatto e gli tira un ceffone in faccia facendogli un  po’ di bua al naso (sanguinava, dice: chiunque abbia preso una bottarella al naso sa quanto poco ci voglia a farlo sanguinare). Beh, indovina un po’? Sono stati denunciati tutti e due (qui). E si noti anche la sequenza della notizia: PRIMA la reazione della ragazza, POI la spiegazione, ossia che era una risposta alle molestie sessuali (ricorda qualcosa?). Che poi magari se aveva la pazienza di aspettare vent’anni prima di accorgersi di essere stata molestata,  non rischiava neppure la denuncia e tutti i titoli in prima pagina erano per lei.

barbara

Una risposta

    • Fa più bua e non lascia il segno. Solo che la ragazza in questione non è una Erinni mitù che studia la strategia della vendetta, bensì una normale ragazza che sentendosi schiaffare una mano sul culo reagisce d’istinto, si gira e molla lo schiaffone. Ma visto come sono andate le cose, essendo il signore un migrante che probabilmente anche in Austria Felix paga la pensione ai poveri indigeni, anche con la ginocchiata sui cocomeri, parola mia contro parola tua, avrebbero creduto a lui. Vero che, in quanto svizzera, sarebbe extracomunitaria anche lei, ma il fatto è che, con buona pace del povero MLK, il colore conta, eccome se conta.

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  1. Siamo arrivati alla trasformazione della democrazia.
    ” L’ attore….non doveva muovere le sue mani in nessuna parte della ragazza..
    Se…lo farà di nuovo…..tanto rischia poco e forse potrà azzardarsi oltre…se una lei
    si difenderà..sarà colpevole quanto..lui…..Ma se fosse stato un’ austriaco…

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  2. Non mi interessa fare il difensore d’ufficio della polizia o della magistratura ma ritengo che incidenti del genere siano gonfiati ad arte.
    Mi spiego: poniamo il caso che adesso un tizio entri nella stanza dove mi trovo e provi ad uccidermi, che io mi difenda rompendogli il naso e spezzandogli il braccio e che lui vada all’ospedale per medicarsi. Ovviamente lui non dirà di essersi fatto male aggredendomi, se non è uno scemo completo racconterà del classico incidente domestico, se è fesso e basta dirà di essere stato lui vittima di aggressione. Se poi è uno scemo al cubo come questo tizio dirà farà il mio nome e dirà che sono stato io ad aggredirlo.
    In quest’ultimo caso è logico che parta un processo nei miei confronti perché la polizia non è (ancora) a conoscenza del fatto che io sia la vittima dell’aggressione e l’unica evidenza che si trova di fronte è un ferito con il naso rotto e un braccio spezzato.
    Nel momento in cui la polizia viene a sapere che l’aggredito era in realtà un aggressore la notizia di reato è già stata scritta e il procedimento è partito e dev’essere chiuso. La storiella ovviamente dura poco (nei paesi civili) e la sua posizione in realtà si aggrava: l’accusa nei miei confronti viene archiviata e per lui si aggiunge un altro capo di imputazione per calunnia (che non è nemmeno un reato piccolo, in Italia prevede condanne fino a 6 anni, per cui potrebbe anche andare assolto per le altre accuse e ritrovarsi condannato solo per questo).

    Tutto ciò per dire che le analisi politiche in un caso del genere c’entrano come i cavoli a merenda. Nel momento in cui una persona accetta di peggiorare la propria posizione raccontando cazzate su cazzate, non se ne esce, si tratta di una sequenza di fatti molto sgradevole e purtroppo difficile se non impossibile da evitare.

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