In alto a sinistra gli anni dal 1850 al 2018, in ascissa la percentuale di bambini morti entro il quinto anno di età e in ordinata il numero di figli per donna in funzione del tempo. Nel campo tutti gli stati del mondo.
Ah che bello il mondo sano e pulito di una volta, vero? Quando non c’erano queste schifezze di auto e aerei e fabbriche con cui noi immondi umani, capaci solo di fare danni e provocare disastri, abbiamo invaso il pianeta!
barbara
ilblogdibarbara 
Mortalità ridotta prima di tutto per maggior igiene e per l’avvento degli antibiotici.
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Appunto: con la tecnologia (acqua in casa), con le fabbriche (anche quelle degli antibiotici sono fabbriche), con le auto (per arrivare in tempo all’ospedale). Ossia con tutto ciò che la parola “progresso” contiene.
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Infatti, non è cattiva o buona in sé la tecnologia, ma l’uso che se ne fa. Facilitarsi la vita e migliorarla con la tecnologia è sempre un bene. Io non rimpiango il bel tempo che fu.
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Beh, visti i risultati direi che l’uso che ne viene fatto è decisamente molto più buono che cattivo. E, come spiegato – non da me: dagli addetti ai lavori – in un post di qualche tempo fa, solo un aumento di tecnologia può diminuire l’inquinamento e migliorare l’ambiente.
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Sì, è inutile pensare che il ritorno al passato migliori l’ambiente, gli antichi romani riuscirono a inquinare con i loro altiforni per forgiare i metalli.
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Per lavoro ho dovuto trasformare in pagine web alcuni testi sulla storia della vita quotidiana in sardegna; posso dirti che ai primi del 1800, quando l’agricoltura sarda era ecologicissima, immutata dall’epoca romana in pratica, molti braccianti preferivano il lavoro in miniera, pesantissimo e pagato abbastanza poco, perché almeno garantiva una minima entrata fissa mensile. L’alternativa era, in caso di siccità o qualsiasi altro evento che facesse perdere il raccolto, morire, letteralmente, di fame, come capitato nel 1812, anno rimasto nel detto “sa famini de s’annu doxi” (la fame dell’anno 12)
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Non ho difficoltà a crederlo. Del resto chiunque abbia un minimo di conoscenza in materia, anche superficialissima, sa quanto era bassa l’aspettativa di vita, e quanto alta la mortalità infantile.
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Ho da poco finito di leggere il libro di Giordano Bruno Guerri, dedicato a santa Maria Goretti e dire che le condizioni di vita dei contadini nell’agro pontino erano spaventose è un eufemismo.
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Sì, è davvero illuminante (e non solo su quello).
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