IL BELLO DI AVERE TUTTE LE FORTUNE

La fortuna di essere troppo vecchia per rischiare di essere curata dai futuri medici

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E anche abbastanza vecchia da non avere più niente a che fare con questi giochi

Interessanti, per inciso, le quote rosa insieme al merito
Per non parlare dell’università

La fortuna di non avere nipoti che verrebbero educati da gente che esce da queste scuole

Sì, per una volta perfino Gramellini ha segnato l’ora giusta

La fortuna di non essere novax

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La fortuna di non essere un filosofo

E si noti la finezza di quel “non ariani”: chi c’era di non ariano in Italia all’epoca? La parola “ebreo” fa schifo all’insigne filosofo? Senza contare che nel manifesto della razza, pur facendo riferimento all’origine ariana, si parla di razza italiana, non ariana: anche ignorante, oltre che deficiente. Per inciso, a suo tempo avevo letto alcune citazioni del suo libro, che mi erano sembrate interessanti, e lo avevo scaricato: beh, a parte giusto quel paio di cose citate, il nulla assoluto, la banalità totale, insulsaggini e luoghi comuni e nient’altro.
La fortuna di essere vissuta abbastanza a lungo da avere potuto vedere non solo questo

ma anche questo

E poi ancora questo

E la condanna di questo lurido individuo

Luigi Pajalich 

Sono tornato.
Cosa è accaduto in questi giorni? Vediamo un poco.
Ad esempio la condanna di Mimmo lucano. Tutti scandalizzati per qualcosa che era prevedibile ed infatti avevo previsto in epoca non sospetta.
Tutti a difenderlo, senza neppure conoscere esattamente i capi di imputazione ed i fatti CONTESTATI ED ACCERTATI. Tutti convinti che la condanna sia abnorme e per aver fatto del bene ai migranti e non PER AVERLI SFRUTTATI.
Le stesse persone, però, attaccano Morisi, sostanzialmente solo indagato e per fatti che la procura ritiene irrilevanti. Le colpe di Morisi? Prenderlo nel di dietro e drogarsi… Praticamente se non fosse stato un salviniano sarebbe stato un idolo di certa sinistra.
Ma torniamo a mimmetto bello. Invece delle solite chiacchiere da bar, vediamo i fatti.
Ad esempio che per i capi di imputazione relativi all aver favorito l immigrazione clandestina con matrimoni falsi e documenti veri ma falsi… Il pm ha rinunciato (sic!) all azione penale. Gli analfabeti però ignorano che nel nostro ordinato è un o dei reati più gravi. I somma gli hanno dato una bella salvata!!!!
Per cosa in realtà è stato condannato? Roba da nulla… Reati associativi… Soldi (tanti) scomparsi… Soldi destinati agli stranieri ma finiti in altre tasche…. Peculato, truffa… Ed altri reati simpatici. Vi invito a leggere le carte ufficiali ossia i capi di imputazione (norme violate e fatti specifici) così ve ne farete una idea. In particolare soffermatevi sui capi 5 e 9! (qui, con tutta la documentazione)

Ma soprattutto la fortuna di essere vissuta abbastanza a lungo da arrivare a vedere questo

barbara

QUALCHE RIFLESSIONE SU UN CARTELLO

Che sarebbe questo.
illegale
E devo dire che raramente, negli ultimi tempi, mi è capitato di vedere una cosa tanto veritiera. Perché è verità sacrosanta che tutto, assolutamente tutto ciò che riguarda Israele è illegale: illegali le risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’ONU, illegali le risoluzioni della commissione per i diritti umani, illegali le risoluzioni dell’UNESCO, illegali le iniziative BDS, illegali le manifestazioni anti israeliane con bandiere bruciate e slogan di odio, illegale il sostegno e il finanziamento al terrorismo che colpisce Israele, illegali la stragrande maggioranza delle ONG che divorano miliardi di dollari per fare propaganda anti israeliana, illegale la politica leccaculiana nei confronti della lobby del petrolio da parte della stragrande maggioranza degli stati europei, illegali un’infinità di articoli di giornale e servizi televisivi che si occupano di Israele, illegale l’attività di moltissimi giornalisti e fotografi accreditati in Israele, pagati per fare propaganda anti israeliana (si chiama prostituzione, e a differenza della prostituzione onesta che si pratica sui marciapiedi, questa prostituzione qui è la quintessenza della disonestà), illegali i ministri che si astengono perché non sanno se il Tempio ebraico in cui Gesù è stato presentato, circonciso, riscattato, ha fatto il bar mitzvah (la “disputa coi dottori” a dodici anni), da cui ha cacciato cambiavalute e venditori di colombe, in cui si è seduto a insegnare ai suoi discepoli, sia esistito o no (mentre non c’è ombra di dubbio sull’esistenza dell’asino che ha portato Maometto in cielo partendo da una moschea costruita settantatre anni dopo la sua morte), illegale la pretesa che le guerre scatenate e perse non siano state scatenate e non siano state perse, illegale la pretesa che ciò che è stato reso judenrein di fatto tramite la violenza diventi judenrein anche di diritto, illegale obbligare Israele a trattare con chi vuole unicamente la sua distruzione, illegale arrogarsi il diritto di decidere quale debba o non debba essere la capitale di Israele…
Io per il momento mi fermo, ma se a qualcuno non basta, posso tranquillamente continuare.

barbara

ERIC SALERNO

Qualche mese fa vi avevo proposto una mia recensione di circa dodici anni fa del libro su Israele di Ugo Tramballi. Adesso vi propongo quella, all’incirca contemporanea, del libro di Eric Salerno.

Oggi vogliamo lanciare ai nostri lettori una sfida da trecentomila miliardi di dollari: leggete questo libro e trovateci UNA frase benevola nei confronti di Israele o degli israeliani, o UNA frase che contenga anche un solo frammento di verità.
Gli israeliani, tanto per cominciare, sono maleducati e arroganti. E violenti: la violenza nelle scuole, per esempio, sembra non avere pari in nessun altro stato. E razzisti, beninteso: incredibile quanto piaccia, al nostro Salerno, rotolarsi in bocca la parola “razzisti” appioppata agli israeliani, non perdendo occasione per continuare a ripeterla. Razzisti – va da sé – nei confronti degli arabi, ma razzisti anche fra di loro, fra askenaziti e sefarditi; gli ortodossi sono sempre e solo “questa gente” o “quella gente”: “Quella gente vestita di nero che ricorda tanto la gente vestita di nero di Teheran e quella dell’Afghanistan, che ha imposto alle donne di coprire testa e volto e tutto il resto in nome di non si capisce quale pudore”. E Israele come stato? È in prima fila nel riciclaggio del denaro sporco (e qui Salerno dà anche il voto: zero in condotta), è nella classifica mondiale dei paesi a più alta corruzione nell’apparato dello stato, e molto altro ancora.
Ciò che più di tutto colpisce in questo libro, definito dalla nota di copertina “un intenso sguardo dall’interno”, è l’estrema superficialità: un piatto quadro bidimensionale, un presente senza passato, una serie di eventi senza causa. Gli israeliani opprimono i palestinesi, i palestinesi soffrono, gli israeliani fanno la guerra, i palestinesi la subiscono, così, senza un perché. Il conflitto israelo-palestinese, pur essendo sempre presente, non è il protagonista del libro: protagonisti sono Israele e gli israeliani. E vediamo come Salerno interpreta la storia e la cronaca che coinvolgono Israele e gli israeliani.
Guerra dei sei giorni: “Dopo mesi di scontri minori nella regione, alle 7,45 del 5 giugno l’aviazione israeliana si levò in volo e attaccò l’Egitto distruggendo nel giro di poche ore l’intera forza aerea del più potente dei nemici dello Stato ebraico. Stessa sorte toccò agli aerei siriani e giordani mentre le truppe di terra israeliane sfondavano le difese arabe penetrando in Sinai, sul Golan siriano e in ciò che conosciamo oggi come Cisgiordania, ossia quella parte della Palestina allora amministrata dalla Giordania che comprendeva anche la parte orientale di Gerusalemme”. Non si sa in che cosa consistessero questi “scontri minori”, non si sa perché improvvisamente Israele decida di attaccare, la Cisgiordania con Gerusalemme est occupata e annessa illegalmente dalla Giordania viene blandamente definita “amministrata”.
Massacro di Pesach: “A Netanya, una cittadina balneare sulla costa mediterranea poche decine di chilometri a nord di Tel Aviv, un kamikaze semina lutto e terrore. La sala da pranzo di un albergo. Famiglie riunite intorno ai tavoli. Un massacro. Ventotto morti, a conti fatti, decine di feriti. Sharon non aspetta altro”: vorremmo parlare di cinismo, ma il termine è così assolutamente inadeguato che rinunciamo a qualificare l’atteggiamento del signor Salerno. Il quale si prodiga anche in citazioni di giornali israeliani e di testimonianze raccolte dalle sue attente orecchie. Per avere un’idea di come proceda, immaginiamo che qualcuno, per spiegare l’Italia a chi non la conosce, citi il manifesto per parlare del governo [all’epoca c’era Berlusconi] e Libero per illustrare l’opposizione, e riporti discorsi di Umberto Bossi per mostrare come si esprime il popolo italiano, e del sindaco di Treviso (quello che ha invitato i suoi concittadini a trattare gli extracomunitari come leprotti, sparandogli addosso) per chiarire come la pensa. Cita per esempio, fra tutti gli archeologi presenti in Israele, Ze’ev Herzog: ” ‘Gli israeliti non sono mai stati in Egitto, non hanno compiuto peregrinazioni nel deserto, non conquistarono questa terra con una campagna militare e non la trasferirono alle dodici tribù di Israele’. Le gesta dei patriarchi sono leggende e non vi sono tracce di un impero di Davide e Salomone, né delle fonti del credo nel Dio di Israele”. Altre dichiarazioni riportate: “Gli ebrei sono tornati dopo duemila anni per rivendicare il diritto a una terra ormai abitata da altri e da trentacinque anni Israele sopprime un intero popolo, quello palestinese” (ed è un po’ arduo capire come ci siano ancora palestinesi vivi, dopo trentacinque anni di “soppressione”); “È una classe, quella degli arabi d’Israele, contro la quale vige, sottolinea il geografo, e non soltanto lui, ovviamente, una sorte di discriminazione e questa discriminazione, spiega, è sancita dalle leggi dello stato e messa in pratica dai suoi dirigenti”. Ripesca anche Deir Yassin: “un massacro ammesso e cinicamente giustificato dai suoi autori”. Peccato che studi recenti, anche di studiosi arabi, abbiano dimostrato che non ci fu alcun massacro, ma solo una violentissima battaglia, e che i morti siano stati circa un quinto di quelli riportati da Salerno, e quasi tutti combattenti. Peccato che proprio Salerno, che accusa Israele di trasformare in storia miti e leggende, peschi a piene mani fra tutti i miti e tutte le leggende in grado di demonizzare Israele. Al punto da ricordarci che se gli ebrei hanno avuto la Shoah, i palestinesi in compenso hanno avuto Sabra e Chatila. Cita naturalmente Benny Morris, salvo evitare accuratamente ogni riferimento alle sue prese di posizione più recenti. E ci racconta che Israele ha espropriato in gran quantità case e terre dei palestinesi approfittando della mancanza di documenti catastali; il fatto è che noi sappiamo che gli archivi del catasto ottomano erano estremamente accurati: e che cosa significherà dunque il fatto che proprio quei palestinesi che denunciano espropriazioni siano privi di documenti atti a comprovare i loro presunti diritti? Ma questo non è ancora tutto, e non è neanche il peggio. Salerno ci spiega anche le cause del fallimento di Camp David: è fallito per gli errori di Clinton, che aveva troppa fretta di far dimenticare lo scandalo Lewinsky, e per gli errori di Barak, che “ha la grinta del generale e non la finesse dello statista”. E Arafat? No, lui niente. Lui, poverino, era solo, e gli israeliani “non intendevano concedergli altro spazio”, qualunque cosa ciò significhi. E ancora. A proposito delle dicerie sul complotto sionista che sarebbe dietro agli attentati dell’11 settembre: “Troppi dubbi, troppe incertezze, troppe domande resteranno senza risposta nei mesi a venire”. L’ebrea russa, residente in Israele da oltre trent’anni e che si identifica con Israele è “irritante”, il ragazzo israeliano che lo invita a riflettere sul fatto che i palestinesi vogliono la distruzione di Israele è uno che “infila la testa sotto la sabbia per non dover più ragionare (…) Uno slogan dietro l’altro senza veramente capire o approfondire”. A proposito dei profughi: ” ‘Non li abbiamo cacciati noi, se avessero voluto sarebbero potuti restare’ è il ritornello tedioso e acritico della maggior parte degli israeliani”, incurante del fatto che siano proprio i giornali arabi dell’epoca a documentare il fatto che sono stati gli arabi a indurli ad andarsene. E su Durban: israeliani e americani “sostengono che gli arabi vogliono delegittimare lo stato ebraico” – e qui sfioriamo veramente il ridicolo. E, a proposito di ridicolo, non mancano amenità come “Pesach, la cosiddetta pasqua degli ebrei” o “le cosiddette forze dell’ordine”. E quest’altra chicca: “Il giorno dell’esplosione al Dolphinarium centinaia di ebrei sottolinearono rabbia e razzismo attaccando una moschea davanti al luogo dell’attentato”: e poco male se si accontentasse di dirlo; il fatto è che questo episodio viene riportato per ben tre volte, in modo da dare al lettore l’impressione che le moschee assaltate siano tre. E che dire di questa perla? A Hebron vivono “cinquecento fanatici, compresi i poveri bambini”: giusto per non essere razzisti!
Un libro, per concludere, di disinformazione pura, un collage di menzogne e stereotipi, frasi fatte e luoghi comuni, slogan e proclami. E infine, pur consapevoli del fatto che questo spazio non è dedicato alla critica letteraria, ci sia consentita un’ultima nota: se il signor Salerno volesse prendere qualche lezione di italiano, non gli farebbe niente male.

E questo è uno che è pagato per informare… Interessante comunque, per ricollegarci all’attualità, che un radicale nemico di Israele non abbia il minimo problema a chiamarlo “lo stato ebraico” mentre veri o presunti amici di Israele inorridiscono all’idea che possa essere definito tale: ma sarà poco buffo il mondo che ruota intorno a Israele, ovverosia il “National home for the Jewish people”, che è la ragione sociale dell’esistenza di Israele?

barbara