Una risposta

  1. Fino a qui non ci ero arrivatoooo… Ma come fai a “metterle insieme”???…
    Quando poi, raramento, me lo rivedo davanti… mi faccio di quelle risate… il premio nobel per la pace “quasi” inventore del peggior terrorismo moderno che ha derubato di miliardi e miliardi di lire il suo popolo lasciando – rigorosamente in Occidente, sic! – la “vedova allegra” Suha, ridotta in seguito praticamente all’indigenza tanto da aver dovuto promuovere, anni fa, una colletta per far quadrare per sè e sua figlia il pranzo con la cena… Il grande amico del latitante Bettino, e non solo suo!!!… SEMPLICEMENTE GROTTESCOOOO, per altro non dir!!!…

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  2. I palestinesi cento cinquant’anni anni fa non esistevano, erano soggetti dell’impero turco che li trattava con lo stesso disprezzo che riservava ai giordani o ai siriani, con però, evidentemente statuti diversi per i musulmani da una parte, che godevano di qualche privilegio e gli impuri, cristiani ed ebrei dall’altra, che godevano di tante discriminazioni, violenze e umiliazioni. Insomma un gran bel posto, in cui il solo fattore di temperanza del dispotismo ottomano era l’influenza crescente (parlo di prima dell prima guerra mondiale) a difesa di cristiani ed ebrei della Francia e del Regno Unito.
    Ma poco più di cento cinquant’anni fa non esistevano neanche gli italiani ed é ben vero che esistono oggi, per cui bisogna rassegnarsi anche all’esistenza di una “nazione” palestinese.
    Che poi questa nazione abbia qualche difficoltà a situarsi nella storia si può ben capire perché di storia non ne ha. Di qui la cacofonia dei bei figuri che cita Barbara.
    Resta però che questa giovanissima nazione è davvero portentosa e vediamo perché:
    ogni maestra di scuola che non sa ne leggere ne scrivere (salvo sui complotti del Mossad e della CIA a Battipaglia) sa che il popolo palestinesi è minacciato di genocidio dalle violenze israeliane, che sia Tsahal, che siano i coloni, il Mossad, gli hassidim impazziti (capita nelle migliori famiglie soprattutto se ti sgozzano un neonato) questa povera gente dicevo, vive quotidianamente esperienze molto peggiori di quelle dei correligionari dei loro tormentatori nei campi nazisti. Lo sa ogni maestra, ogni professore in marxismo-banalismo. Ma qui arriva il miracolo: la popolazione palestinese tra Gaza e il West Bank tra il il 1997 e il 2015 è quasi raddoppiata passando da 2.783.000 a 4.682.00 secondo l’ufficio di statistica dell’Autorità palestinese. Non male anche la speranza di vita che é di 77 anni sempre secondo stesse fonti.
    E qui casca l’asino perché risulta chiaro che la tanto vantata efficienza israeliana é un mito. Non sanno genocidere proprio nessuno, i tedeschi quelli si eran buoni, e anche gli arabi musulmani dell’epoca d’oro che nella conquista dell’India sterminarono settanta milioni di induisti.
    Un altro dato straordinario e che non può non riempire gli amici dell’umanità di felicità e di speranza è l’indice di immigrazione di gaza e West Bank: eguale a 0%. Insomma non se ne va nessuno. I più informati diranno: ma certo come potrebbero? c’é l’obbrobrio del muro israeliano. Non irritatevi, sono in buona fede, non hanno mai visto una carta geografica della “Palestina” per cui non hanno idea che Gaza confina con il mare e l’Egitto e il West Bank con la Giordania.
    Resta che nel momento in cui l’Europa è messa in ginocchi, moralmente, economicamente, e diciamo le cose come stanno, militarmente, da un flusso immigratorio composto principalmente da arabi musulmani che fuggono (davvero?) l’infermo creato da gente della loro stessa etnia (non saran proprio identici ma ad un profano sembrano tutti eguali) e religione, i nostri cari palestinesi se ne stanno quatti quatti e non si muovono. Si badi bene, non é che io, contrariamente alla Dottoressa Presidentessa, Onorevola Bordine, li rimpianga o che mi auguri, contrariamente (immagino, congetturo, deduco) alla sullodata signora, presidentessa Onorevola Boldrine, che Roma ne accolga un milione per poter essere trasformata in un anno in un campo di rovine come Beirut dopo che divenne meta turistica privilegiata dei palestinesi.
    E qualcuno si sarà mai chiesto perché se ne stanno quatti quatti a Gaza e nel West Bank?
    Io non so di certo, congetturo che forse la situazione di questi poveri posti resta molto migliore non dico di Auschwitz, ma della Siria, dell’Irak, di Aden e di tanti bellissimi successi della grande civiltà araba fondata sulla religione dell’amore e della misericordia.
    E poi c’é un altro aspetto da non trascurare: questi, i palestinesi, non hanno più bisogno di fare niente da trent’anni: casa, mangiare e lavanderia pagati dalla ineffabile Unione Europea, che per dare un esempio, fornisce cemento e materiale di costruzione per case e ospedali che i nostri pasciuti palestinesi (avete mai visto la foto di un armeno ai tempi del genocidio perpetrato dai turchi, pasciuto come un lieder palestinese?) usano per fare i tunnel, penetrare in territorio israeliano e uccidere civili, a cominciare dai bambini e dalle donne.
    E forse questo dolce far niente nelle pause della lotta, spiega anche la grande fertilità delle donne palestinesi che é di soli 2.83 nati per donna nel West Bank ma passa a 4,18 a Gaza, terra di elezione di tutte le NGO, di tutti i sussidi UE e ONU, di tutti i cooperatori, di tutti gli irenisti senza cervello del pianeta.
    Ma chi foraggia un assassino, chi lo nutre, lo veste, lo arma avrà qualche parte di responsabilità nei suoi atti criminali?

    Altro miracolo palestinesi è il loro marketing politico. Vi prego per un momento di immaginare in cartone animato che racconti la guerra dei chiamiamoli Pucchi contro gli Zucchi.
    Immaginate che i Pucchi abbordino, sono dei pirati, un nave da crociera neutrale e vi trovino un vecchio signore su una sedia a rotelle parente degli Zucchi e lo uccidano e lo buttino a mare, immaginate che un gruppo di Pucchi si metta a sparare all’aeroporto di una città degli Zucchi contro civili inermi, immaginate che un plotone di Pucchi entri in un villaggio olimpico e ammazzi degli atleti mentre dormono, perché sono Zucchi, e potete continuare all’infinito con storie di efferata violenza, di crudeltà disumana. Non è difficile immaginare che una cartone animato così farebbe inorridire i bambini che pure si son visti la strega di Biancaneve, e che i genitori chiederebbero l’immediato ritiro del film dalle sale. Il che non toglierebbe che nella coscienza comune, nell’immaginario della “gente” il nome di Pucchi passerebbe nel linguaggio quotidiano a designare degli infami, il tale é “cattivo come un Pucchio!” “Cose da Pucchi” eccetera e via.
    Ebbene i nostri cari palestinesi han fatto tutto questo e peggio di questo ma le maestrine e i giovani banal-sinistri, i giornalisti un tanto al rigo, gli intellettuali innamorati del loro ombelico e dell caviale al cucchiaio, li adorano e assicurano loro la simpatia del mondo e i soldi della UE.
    C”é un storiella divertente che vorrei condividere: quale nazione merita la medaglia d’oro del marketing? Gli austriaci. Perché? sono riusciti a far credere al mondo che Hitler era tedesco e Beethoven austriaco.
    Ebbene anche gli austriaci comparati coi palestinesi son dei dilettanti.
    Si! I Palestinesi son una nazione senza uguale al mondo.

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    • Grazie per questo splendido vero e proprio trattato, sul quale farei solo due piccole puntualizzazioni: poco più di centocinquant’anni fa non c’era lo stato italiano, ma c’era, e da secoli, la Nazione italiana, il popolo italiano, la lingua italiana, la letteratura italiana, la cultura (musica, arti figurative…) italiana. Niente a che vedere con il “popolo” palestinese, il cui nome non centocinquant’anni fa, ma neanche sessant’anni fa esisteva come connotazione relativa a loro: la designazione “popolo palestinese” riferita agli arabi di quella regione è nata nel 1964; fino a quel momento col termine palestinesi erano sempre stati designati gli ebrei.

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  3. Cara Barbara,
    Lei ha ragione, un’identità italiana ha preceduto e di molti secoli, otto o più, la costituzione di uno stato nazionale.
    La nazione é stata definita una comunità immaginaria perché si fonda, tra altre cose, su una storia pensata come comune, che diventa vera nel presente per essere stata immaginata nel passato.
    I bambini alsaziani della generazione dei miei genitori recitavano con il maestro “nos ancêtres les gaulois” ed era falso, perché i loro antenati erano alemanni e ebrei, e vero perché antenati più recenti avevano scelto la Francia, forse anche come antidoto potente ai pericoli che si annidano nell’anima tedesca.
    Allo stesso modo dopo l’unità d’Italia i bambini palermitani e veneziani hanno scoperto di essere italiani.
    Quanto alla lingua l’italiano ha una storia per certi versi simile all’ebraico: si calcola che nel 1861 fossero in duecento mila a parlarla. Che questa lingua letteraria, più scritta che parlata fosse destinata a diventare la lingua di tutti è una storia bella e che ci aiuta a credere che nonostante tutto l’Italia può esistere davvero.
    Che una lingua sacra sia diventata la lingua quotidiana di un popolo che parlava in maggioranza spagnolo, yiddish o arabo è naturalmente una storia stupenda.
    Comunque per tornare ai palestinesi, mi sembra che il mito nazionale che hanno creato di sana pianta, anche se recentissimo é talmente forte che non ci sia ritorno.
    Che poi, nazione vecchia o giovane, sia capace di esprimere dei lieder che la guidino su una strada di giudizio, pace e prosperità ce ne corre. Il terrore é prima di tutto un gran business e trovarne un altro altrettanto redditizio e “exciting” non é facile.
    Grazie per il suo blog stimolante e spiritoso

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    • Indubbiamente il mito dell’antico popolo palestinese fabbricato a tavolino e condito col “sangue dei martiri” è stato così potente e ben costruito da fabbricare a sua volta una coscienza di popolo, ma per avere uno stato, a parte questioni tecniche quali controllo del territorio, unità di governo eccetera, servirebbe ancora una cosa: volerlo. Mentre non solo lo stanno pervicacemente rifiutando da almeno ottant’anni, ma abbiamo lo statuto di Hamas che dice chiaramente che lo scopo della (necessaria) cancellazione di Israele è quello di unire tutta la “Palestina” alla grande Umma islamica, e anche del cosiddetto laico Arafat (i cui uomini hanno distrutto la cristiana Damour al grido di Allahu Akhbar: https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2013/09/29/damour-9-gennaio-1976/) c’è un raro video in inglese di una decina di secondi, pubblicato a suo tempo in questo blog, in cui dichiara apertamente che l’obiettivo finale è il grande califfato dal Marocco alla Siria (o Irak, non ricordo).

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