PER ORA IN GERMANIA (2)

Rispetto della legge in Germania? Leggi un po’ qua.

Censura e sharia: il caso dei media in Germania

BERLINO – Dopo una lunga e frenetica indagine, si scopre il probabile assassino di una studentessa, a Friburgo, nella Foresta Nera, ma la notizia viene censurata, si tace l´origine del sospetto, un profugo afgano di 17 anni, giunto nel 2015. In Germania divampano le polemiche: è lecito tacere per non turbare l´opinione pubblica? Si vota tra circa dieci mesi e l´Afd, l´Alternative für Deutschland, continua a guadagnare voti, si teme che il prossimo settembre entri in Parlamento, e arrivi perfino al terzo posto. I populisti avanzano in Germania, o in Austria, e in Italia. Il 15 ottobre, Maria L., di 19 anni, dopo un party con compagni di studio, verso le 2,30, torna a alla sua residenza universitaria, in bicicletta. Dalle parti dello stadio, incontra l´aggressore, viene violentata e strangolata. Su un cespuglio di more si scopre un lungo capello nero, il DNA coincide con quello dell´assassino.
Dopo un mese e mezzo, viene arrestato un ragazzo, uno delle migliaia di profughi minorenni giunti in Germania nell´ultimo anno. Ma si tace a lungo sulla sua origine. I media hanno una giustificazione. Il Presserat, il consiglio della stampa, quasi il nostro ordine dei giornalisti, si è da tempo autoimposto regole di comportamento: non si rivela il nome completo dei protagonisti di reati (a meno che non siano personaggi noti), ed è vietato scrivere a quale religione si appartenga, o precisare l´origine. Ma alcuni si ribellano al codice di comportamento, rischiando ammonimenti e sanzioni, come il “Sächsische Zeitung”, quotidiano di Dresda, che è la roccaforte del movimento razzista Pegida, autore di attentati ai centri di accoglienza. “Spesso l´origine del colpevole è il cuore della notizia,” protesta il direttore. E la censura è controproducente: l´opinione pubblica può sospettare che ogni stupratore o rapinatore sia straniero. I lettori e gli ascoltatori hanno perso la fiducia nei media dopo l´ultimo Capodanno a Colonia.
Duemila giovani arabi ubriachi aggredirono centinaia di donne. Una notte di violenze, le denunce furono 1240, ma si è arrivati a sei condanne, e nessuno è stato espulso. La stampa e la TV tacquero fino al cinque gennaio, per non creare problemi a Frau Merkel, la cui popolarità stava crollando a causa della sua politica delle frontiere aperte. Oggi si parla di “Lügenpresse”, stampa bugiarda. E i mezzi d´informazione non hanno riguadagnato la credibilità perduta. A Friburgo, cittadina universitaria, si teme che il ragazzo afgano abbia ucciso nei mesi scorsi un´altra giovane. E la serie di reati commessi da stranieri inquieta gli abitanti: a fine settembre una tredicenne viene aggredita da un gruppo di minorenni, tre sono immigrati. A metà ottobre, un senza tetto è picchiato e ucciso da due stranieri. Alla fine dello stesso mese, due donne vengono aggredite da un gruppo di profughi provenienti dal Ghana. A inizio novembre, un afgano ferisce gravemente un suo compagno, a metà mese, un georgiano uccide a coltellate un nipote. A luglio si è avuta una serie di attentati commessi da profughi in Baviera. Il 22 luglio a Monaco, un diciottenne iraniano (con passaporto tedesco) uccise nove giovani. E il motivo della strage era che si considerava tedesco e non veniva accettato. La sua origine fu la causa scatenante della strage.
Roberto Giardina, La Nazione

Si può parlare di rispetto della legge quando i reati vengono trattati in maniera diversa a seconda della nazionalità e della religione del criminale? Si può parlare di rispetto della legge quando alla polizia viene imposto un codice di comportamento diversificato a seconda dell’identità del criminale? Si può parlare di rispetto della legge quando la polizia arriva addirittura a occultare determinate prove e a fabbricarne di contrarie, come è accaduto in un recente episodio di terrorismo islamico, per mascherare l’identità dei criminali? E, soprattutto, si può ancora parlare di uno stato sovrano quando si ha a che fare con uno stato succube di una cultura estranea? E penso, nel dire questo, alla Merkel che di fronte a una palestinese senza alcun diritto di asilo che esibisce lacrime e singhiozzi fabbricati a tavolino sovverte le leggi dello stato e permette alla sua famiglia, senza una sola ragione al mondo, di restare e ottenere la cittadinanza.
merkel-palestinese
Questo è uno stato in bancarotta, altro che stato di diritto e rispetto delle leggi!

barbara

Una risposta

  1. Sempre quest’anno una politica (si, dei partiti grossi, quasi come se fosse la Boldrini) di sinistra è stata violentata da… indovina un pò?
    Ha taciouto 6 mesi non tanto per un senso di vergogna, quanto più perchè era stata violentata da un nero (era uno di quei clandestini che arrivano con i barconi) quindi temeva di essere additata come razzista.

    In Inghilterra ogni muslim è chiamato ‘asiatico’, pertanto quando quancuno fa reati a sfondo islamico, si parla sempre di asiatici…
    Peccato che anche i russi, i cinesi, i giapponesi, i coreani e gli indiani sono asiatici. Facendo cos’ si generea il razzismo contro chiunque abbia gli occhi a mandorla (la figura dell’asiatico tipo non è certo quella del turco o del pakistano, ma quella del cinese).

    In Germania un terrorista iraniano è diventato magicamente un nazista breivikiano, con tanto di capelli biondi ed occhi azzurri.

    Vedo che non vengono neppure difesi i figli dei musulmani, neppure quando si tratta di bambini. I muslims ora vivono nella totale libertà ed anarchia.

    In Svezia si è arrivati a pubblicare false fotografie, di uomini con tratti svedesi (gli originali erano somali), anche se i nomi sono rimasti quelli autentici (mohammed e affini).

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    • Potremmo andare avanti una settimana a citare casi del genere. In Inghilterra comunque mi risulta che è vietato, da molti decenni, indicare la provenienza dell’autore di un crimine, quindi la cosa dell’asiatico mi suona molto strana. Della Svezia sapevo che avevano parlato di cittadini svedesi per dei somali con cittadinanza svedese, ma che abbiano anche pubblicato foto di biondi mi giunge nuova. Il caso dell’iraniano spacciato per breivikiano è quello di cui dicevo in un commento nell’altro post in cui la polizia ha alterato la stanza del terrorista per farlo sembrare appunto un breivikiano.

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  2. L’attricetta palestinese, che frignava col faccino tutto contratto e ben esposto alle telecamere, ma senza una lacrima… Che rabbia mi fece, quella scena. La stronzetta (che, in una successiva intervista, negò ad Israele il diritto ad esistere) era stata chiaramente indottrinata; ma guai a parlarne male, in quei giorni. E non dico tra sciacquati palestinisti, ma tra persone normali.

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        • Alla facciaccia della ‘modestia’ e di quello che dicono le musulmane, cioè che loro, al contrario di noi infedeli, non hanno bisogno di essere belle, basta il loro cervello (o meglio dire corano). Però chissà perchè, tutte le donne musulmane che fanno da testimonial sembrano delle bamboline. Le cesse le lasciano fuori dalle telecamere.

          Idem per gli uomini. in Arabia Saudita ad una fiera a tre uomini fu proibito di parteciparvi causa il bell’aspetto donato loro da madre natura. Eppure i testimonial per le loro pubblicità sono tutti bellocci.

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        • Sono una donna.

          Comunque si. Mi sorprende immaginarmi i musulmani urlanti che se gli metti in mano un’arma non sarebbero capaci di usarla se non sotto l’effetto di droghe (vedi ISIS).
          La taqiyya è più comoda, si. Puoi farla anche stando con le gambe al caldo in un letto, circondato da popcorn rigorosamente halal e con un PC portatile sulla panza.

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        • Hai ragione, i palestinesi non hanno affatto bisogno di mostrarsi buoni attori, vengono creduti perfino quando manifestano contro il black out israeliano con le insegne dei negozi e i lampioni della strada accesi dietro le spalle.

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        • Mie care ragazze, il nemico non si combatte sminuendolo. Non si combatte un Hitler chiamandolo imbianchino invece che pittore (come se essere imbianchino fosse disonorevole, oltretutto), ma facendogli la guerra. E non si combattono i musulmani raccontandoci che se gli metti in mano un’arma non saprebbero usarla: usare le armi, qualunque tipo di armi, è una cosa che stanno facendo da millequattrocento anni, e lo fanno talmente bene che hanno conquistato mezzo mondo e ancora stanno continuando. Raccontarci storielle rassicuranti tra di noi non è utile a nessuno.

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        • Ma dopo ho parlato della taqiyya.
          E’ che con un arma in mano vince la forza fisica, e la forza fisica non nasce dai contesti culturali al contrario dell’astuzia.

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  3. Pazzesco, a quanto pare i tedeschi da questo punto di vista sono messi peggio di noi(mi riferisco soprattutto al capitolo precedente sulla legge islamica applicata alle sentenze civili!)
    Per quanto riguarda il caso specifico però eviterei di strumentalizzare un omicidio con movente sessuale, la critica e l’opposizione alle politiche di accoglienza sfrenata e alla tendenza alla sottomissione all’islam va basata su altre argomentazioni di carattere sociale ed economico(ad esempio sul fatto che se si continua su questa strada il welfare e il sistema sanitario a cui siamo abituati andrà incontro a un progressivo degradamento. Migranti, finti-profughi, e clandestini “succhiano” aiuti, pensioni, assistenza sanitaria, case popolari ecc…senza versare tasse, o comunque spesso versando molto meno di quel che ricevono). La nazionalità dell’autore di un crimine può avere una rilevanza nel dibattito politico quando si tratta di terrorismo, oppure statistiche di microcriminalità(In cui spesso si evince che gli immigrati di alcune nazionalità delinquono molto più degli autoctoni o degli immigrati di altre nazionalità), ma quando si tratta di cronaca nera mi sembra una strumentalizzazione un po’ forzata!

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    • Con l’immigrazione selvaggia gli stupri sono aumentati in misura esponenziale, e l’aumento è tutto opera di immigrati: è un argomento di prim’ordine, altro che strumentale.
      Quanto a chi è messo peggio quanto a informazione, non lo so, bisogna vedere le cose dal di fuori per sapere che cosa succede e che cosa ti viene raccontato.

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      • sugli stupri e molestie hai ragione, mentre sugli stupri con assassinio incluso non saprei se può una qualche connessione con la nazionalità.
        In alcuni Paesi islamici c’è una specie di “cultura dello stupro”, ma l’omicidio a sangue freddo non credo che sia tollerato in nessun luogo al mondo!

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        • La donna vale poco, nel mondo islamico, e ucciderla costa poco da tutti i punti di vista. Poi se io sono morta e tu sei vivo e non ci sono testimoni, sei tu che racconti come è andata, e di sicuro non racconti che mi hai ammazzata a sangue freddo e senza motivo.

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        • Sicuramente per quanto riguarda i cosiddetti “delitti d’onore” c’è moltissima tolleranza e indulgenza nell’Islam, mentre per omicidi del tipo in questione(omicidi di donne sconosciute con movente sessuale-sadico) non so come vengono considerati dalla legge islamica.
          Davo per scontato che un fatto del genere dovrebbe essere considerato aberrante e assolutamente ingiustificabile in tutto il mondo, ma non si sa mai!

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        • Guarda che fra i delitti d’onore rientrano quelli di donne, ragazze e anche bambine violentate. In Iran se una bambina viene violentata, i casi sono due: o viene condannata alla lapidazione, o viene uccisa dalla famiglia per lavare la macchia. Fra i palestinesi bambine anche di tre quattro anni violentate in famiglia e poi dalla stessa famiglia uccise o lasciate morire di fame dalla madre sono all’ordine del giorno o quasi. E più o meno così è dappertutto.

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        • Non sapevo che il “delitto d’onore” comprendesse anche lo stupro, pensavo che fosse limitato all’omicidio di figlie o mogli dai costumi troppo liberi!

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        • Il ragionamento è più o meno questo: se vai a comprare una camicia e la trovi difettosa, ovviamente non è mica colpa della camicia, però tu non la compri. Una donna, ragazza o bambina non vergine è un bubbone che va eliminato. Ricordo il caso di una bambina iraniana sistematicamente violentata dal fratello, e rimasta incinta a dodici anni, cosa che ha reso evidente il fatto, fino a quel momento ignorato, che veniva violentata. E’ stata condannata alla lapidazione, hanno aspettato che partorisse e subito dopo, a 13 anni, la sentenza è stata eseguita. Il fratello pare che abbia fatto un paio di mesi di galera. Ricordo un altro caso di una ragazza iraniana che mentre attraversava un bosco insieme al fidanzato è stata aggredita da un branco di assatanati. Il fidanzato se l’è data eroicamente a gambe e lei, per difendersi dallo stupro, ha ucciso uno degli aggressori, e a questo punto gli altri sono scappati: è stata condannata a morte per omicidio – senza attenuanti di sorta – e giustiziata mediante impiccagione.

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