NADIA TOFFA

Contrariamente a quanto il titolo potrebbe far pensare, non intendo parlare di lei. In particolare, non intendo parlarne male. Anche se ha condotto per dieci anni una delle più oscene trasmissioni bufalare e fuffare in circolazione, dai vaccini che causano l’autismo alla battaglia per far passare la famigerata stamina al servizio sanitario nazionale – e sui danni inestimabili provocati già con queste due cose da sole ci sarebbe da scrivere fino all’anno prossimo – e un miliardo di altre ancora. Più questa inestimabile perla. Dopotutto la stupidità non è una colpa. L’ignoranza magari sì. La scelta di dare credito alle peggiori bufale senza prendersi la briga di informarsi, anche; e di fare i soldi disinformando, pure, ma non stiamo a sottilizzare. E non gioisco certo per la morte di una persona di quarant’anni, anche se era incommensurabilmente stupida e anche se ha fatto valanghe di danni, soprattutto in relazione alla salute. Come dicevo, non intendo parlare di Nadia Toffa, bensì di un’attricetta ampiamente in disarmo, di cui preferisco non fare il nome (capacissima di denunciarmi, una stronzetta simile). Quella che va narrando di avere avuto il cancro. E di averlo sconfitto con la dieta vegana. Ecco. Nadia Toffa non ha fatto in tempo a tirare le cuoia che quella si è scatenata: Chi è causa del suo mal pianga se stesso! (a parte che non credo che Nadia Toffa abbia molte possibilità di piangere, adesso, ma questa è un’altra storia) Già, perché Nadia Toffa si è curata con chemioterapia e radioterapia: se avesse mandato al diavolo BigPharma e le sue infami diavolerie e si fosse curata con la dieta vegana e con la medicina Hamer, sicuramente adesso sarebbe viva. C’è solo un piccolo problema, vede, cara signora: che quello della Toffa era un cancro VERO. I cancri veri – come tutti sanno, tranne gli idioti ignoranti psicopatici – si curano con la medicina VERA. Poi, una volta curati, chi ha fortuna guarisce, chi non ne ha muore. Io ho avuto fortuna, Nadia Toffa no, tutto qui. E lei, oltre che una pericolosa ciarlatana, oltre che una cretina integrale, oltre che tante altre cose, è anche un verme saprofago. Senza offesa per i vermi saprofagi senza gambe, che compiono un servizio assolutamente indispensabile, a differenza di lei.

PS: tanto di cappello, naturalmente, al comportamento di Nadia Toffa durante la malattia.

barbara

Una risposta

  1. Come forse saprai sono vegano. Ma non lo sono diventato per motivi di salute, ma solo per motivi etici. E non mi dilungherò su altre spiegazioni a questa motivazione. Quello che penso è che la dieta vegana può, forse, contribuire a prevenire alcuni, e ripeto alcuni, tipi di tumore. Ma di sicuro non è la soluzione. D’altro canto, ho avuto modo di conoscere alcune persone affette da tumore a cui i Medici avevano prescritto una dieta vegana in aiuto alle normali terapie. Sapendo benissimo che non avrebbe risolto il problema ma forse contribuito in minima parte ad alleviarlo. Che poi, ognuno faccia quello che vuole. Riguardo a Nadia Toffa è al programma che conduceva non sono mai stato un fervido spettatore del programma, Ma credo di aver visto spesso servizi di pubblica utilità. Riguardo ai vaccini non so cosa dire. Io sono vaccinato e ho fatto vaccinare le mie figlie. L’ho fatto con timore ma ho preferito seguire la strada è ufficiale. Tornando per un attimo all’etica Vegan e alle dichiarazioni di alcune persone, Tra l’altro non conosco e non ho sentito parlare di quella di cui parli, credo di poter affermare che almeno il 70% di quelli che si dichiarano vegani non hanno la minima idea di cosa stanno parlando.

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    • Per quanto riguarda i medici che prescrivono dieta vegana, ricordo che ci sono anche medici che prescrivono rimedi omeopatici, o Gabriella Merreu che curava (l’altr’anno finalmente, dopo anni e anni di “pratica”, è stata radiata) parlando ai pazienti per telefono, e che prescriveva di infilare in vagina una medaglietta della Madonna; ho conosciuto una laureata in medicina che spiegava i suoi problemi di circolazione alle gambe col fatto di essere dell’acquario, e ci sono addirittura pediatri che sconsigliano i vaccini: togliamoci dalla testa che ci siano categorie professionali immuni da pazzia o disonestà o stupidità o cialtroneria o prostituzione a mode redditizie. La “dieta” vegana è carente di importanti elementi necessari al corpo: se un corpo sano può in qualche modo destreggiarsi a farne a meno, figuriamoci se può farlo un corpo minato dalla malattia.

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    • Ah, dimenticavo: le iene. Avranno probabilmente fatto anche qualche servizio utile, ma questo non attenua minimamente le criminali disinformazioni che hanno fatto sui vaccini, su stamina, su blue whale eccetera: quella è disinformazione CHE UCCIDE.

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  2. Non mi piace la retorica sulla lotta al cancro, sui combattenti che lo sconfiggono eccetera. Vorrei una spiegazione in termini clinici, per capire la differenza fra una terapia applicata a un paziente che lotta e la stessa terapia applicata a uno che resta passivo di fronte al nemico. Una volta che l’ho capito (e bada che non sono ironico) proverò magari a applicare gli stessi concetti alle faccende del cambiamento climatico.

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  3. Non mi piace la retorica sulla lotta al cancro, sui combattenti che lo sconfiggono eccetera. Vorrei una spiegazione in termini clinici, per capire la differenza fra una terapia applicata a un paziente che lotta e la stessa terapia applicata a uno che non lotta. Quello che sembra implicarsi è che chi muore è un debole, chi sopravvive è un forte che sa combattere. Questa retorica era anche applicata alla Toffa, fino a che è morta.

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    • Anch’io ho sempre detestato l’espressione “ho sconfitto il cancro”, come se chi invece ne muore fosse un imbecille o un vigliacco.La frase conclusiva del mio post non si riferisce alla presunta lotta, bensì unicamente al fatto di dirlo pubblicamente e di chiamarlo col suo nome, intorno al quale continua ancora oggi a dominare una sorta di tabù: “è morto dopo lunga malattia”, “è deceduto per un mare incurabile” (e già solo l’uso di questo aggettivo meriterebbe la castrazione) e altre simili cazzate.
      La differenza fra i due atteggiamenti può consistere nel fatto che uno fa tutto quello che c’è da fare mentre l’altro trascura di fare questa o quella cosa, diminuendo i risultati della terapia, ma alla fine il risultato lo decide la combinazione fra caratteristiche della malattia, caratteristiche del corpo che la ospita e terapie applicate.

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  4. Mai guardato le jene in vita mia, quindi non saprei che dire sulla Toffa, se non che quarant’anni sono pochi per morire, ma succede, a volte anche molto prima. Vorrei però rispondere ad Erasmo.
    Quei modi di dire sono evidentemente stupidi, sconfiggere il cancro è una questione di diagnosi precoce, di fortuna, di condizioni generali di salute e di tipo di malattia: una leucemia è simile a un glioblastoma quanto l’influenza all’aids: i primi sono malattie neoplastiche, i secondi malattie virali. Come vedi non ho messo in conto la bravura dei medici, perché i tumori, nel mondo civile, si curano con protocolli standardizzati uguali dappertutto, perciò il medico conta, ma fino ad un certo punto. Poi, naturalmente, ci sono quelli che scelgono di non curarsi, o di curarsi con i riti sciamanici, e di solito muoiono (ad esempio Steve Jobs, che aveva un tumore pancreatico relativamente benigno, curabilissimo).
    Quindi le categorie del coraggio e della forza di volontà sono del tutto fuori luogo, una volta che la malattia ce l’hai, e semmai possono essere un pigro alibi per il medico incapace: “Io ho fatto tutto il possibile, ma quella non voleva combattere…”.
    Diverso è il discorso dell’ammalarsi, essendo noto da sempre il rapporto fra tumori ed eventi depressogeni ( ci sono rapporti molto stretti, ma conosciuti solo in parte, fra psiche e sistema immunitario; questo vale anche per le malattie autoimmuni). Ovviamente non sto parlando di causa della malattia, ma di possibile cofattore ( vedi Enzo Tortora, che certo è stato per tutta la vita “un combattente”).

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