E OGGI PARLIAMO DELLA CINA

Quella che ha messo in galera ed eliminato fisicamente tutti i medici, virologi, giornalisti che avevano tentato di dare l’allarme sull’epidemia che stava esplodendo. Quella che ha fermato tutti i voli interni ma non quelli per l’estero, e che non ha accettato di dichiarare l’epidemia fino a quando non è stata ben sicura che il virus avesse ormai raggiunto tutto il mondo, e poi ha iniziato a venderci a caro prezzo tutti i dispositivi medici necessari, compresi quelli che il nostro governo, criminalmente sconsiderato, le aveva regalato. Quella di cui già ho parlato qui, qui, qui e in infinite altre occasioni che ora non ho voglia di cercare. Quella che allena milioni di bambini in questo modo

affinché uno su centomila diventi un campione e gli altri, che soffriranno per tutta la vita delle conseguenze delle torture subite, si fottano, noi siamo fieri comunisti, mica checche capitaliste, che diamine.

Torno a parlarne per denunciare il genocidio attualmente in atto. Sappiamo bene – anche di questo si è ampiamente parlato qui – che i genocidi sono una specialità comunista (sì, certo, anche comunista), ma questo è il primo del dopoguerra, dopo quello tedesco e quello giapponese, ad essere messo in atto dai medici

E poi voglio parlare – in realtà questo, più ancora che con la Cina e la sua feroce persecuzione dei cristiani, ha a che fare col sedicente papa dei cattolici – del cardinale Joseph Zen:

“Il cardinale cinese Joseph Zen, nonostante l’età (88 anni) e gli acciacchi, vola da Hong Kong a Roma, per perorare la causa della chiesa cattolica cinese contro i tiranni comunisti di Pechino. Zen, per 4 giorni, attende invano di essere ricevuto da quello che supponeva fosse il Pontefice…
E’ ripartito, oggi, con l’amara consapevolezza di non esser stato ascoltato, a causa della propria “inopportuna” opposizione alla nomina di Peter Choi come nuovo vescovo di Hong Kong, uomo gradito a Xi Jinping, ergo disastroso per le sorti della comunità cattolica.
La Cina è vicina, anzi è di casa a Santa Marta.” (qui)

Ma, a pensarci bene, il cardinale può ringraziare di non essere stato preso a schiaffi, come capitato lo scorso dicembre alla sua connazionale che tentava di fermare il sedicente papa cattolico per farsi ascoltare sulla persecuzione di coloro che, convinta che quell’individuo fosse cattolico, riteneva essere suoi correligionari.

Ma ancora più, se possibile, degli schiaffi, colpisce la sua faccia, quell’espressione cattiva, dura, rabbiosa, malvagia, priva di ogni empatia, priva della più microscopica traccia di sentimento cristiano, o forse, dovrei dire, priva di qualunque traccia di sentimento tout court.

E infine voglio parlare di tiktok, diabolica macchinazione cinese, che il superkattivissimo Trump vuole bloccare. Questo ragazzo spiega di che cosa si tratta e come esattamente funziona.

Mi sto sempre più convincendo che ha ragione chi sostiene che la Cina sia ancora più pericolosa dell’islam, e che vada combattuta con ogni mezzo e con ancora maggiore determinazione.

barbara