Eyal Yifrah, intendo, uno dei tre ragazzi israeliani rapiti e fatti fuori. Ecco, lui nel tempo libero faceva (anche) questo:
andava a tenere compagnia ai vecchi, a regalare loro un sorriso e un po’ di conforto. Un po’ di vita. Adesso non l’avranno più. Perché come è vero che chi salva una vita salva il mondo intero, così chi distrugge una vita, se non proprio IL mondo, almeno UN mondo lo distrugge di sicuro.
barbara
Seconda lacrimata…ci dovrei aver fatto l’ abitudine , dovrei contenere le emozioni,nel momento e nel poi.
Ragazzi,persone cosi per quello che hanno dato, esternato con naturalezza lasciano
un vuoto che non sarà mai riempito, solo velato.
Cosi tutte le persone che avuto la fortuna di incontrarlo rimarra’ un ricordo indelebile. Persone che lasciano una forte traccia a chi resta.
Gia’ da piccoli.da bambini…adolescenti, uomini…si vede, sente che c’ è un’ essere
speciale.Grossa perdita di una vita e per la grande ricchezza che custodiva dentro di se.
Vorrei inviare un’ abbraccio alla madre che ha educato,cresciuto un figlio di una certa
qualità.
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Dalla bontà del frutto ci si può fare un’idea dell’albero.
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Ho sospirato a lungo… un sospiro che contevena la tristezza e la domanda “ci salveremo mai da noi stessi?”
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E’ la salvezza più difficile, mi sa.
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doveva essere un ragazzo in gamba. Peccato.
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Naturalmente sarebbe un peccato anche se fosse stato un fancazzista. Certo, non essendolo stato, abbiamo perso ancora di più.
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