QUESTO È IL MOTIVO

Ne trovo comunque un’altra, più personale forse: il mio impegno è un’affermazione della mia fedeltà alla pratica religiosa dei miei genitori e dei loro. Per dirla ancora più semplicemente: se osservo le leggi della Torah mettendo i tefillin, è perché i miei genitori e i miei nonni, come i loro, lo hanno fatto. È semplice, rifiuto di essere l’ultimo di una catena che risale molto lontano nella mia memoria e in quella del mio popolo. (Elie Wiesel, A cuore aperto)

Tempo fa, in un blog che all’epoca frequentavo, ho letto un commento di un tale che raccontava che il trisnonno era rabbino, ma poi “il mio bisnonno, per fortuna, ha rotto con la tradizione” e quindi adesso, da quattro generazioni, non sono più ebrei. Migliaia di anni di persecuzioni, di oppressione, di massacri coraggiosamente affrontati, migliaia di anni di eroica resistenza contro ogni tentativo di annientamento, per non tradire tutti coloro che prima avevano affrontato ciò senza mai cedere, migliaia di anni di tutto questo e milioni di vite sacrificate, buttati nel cesso. E qualcuno ha il coraggio di considerare una simile infamia una fortuna. Non credo che la parola “orrore” sia sufficiente a descrivere ciò che ho provato leggendo quelle parole. Orrore e disgusto.

barbara

Una risposta

  1. Per la prima volta un tuo post mi lascia perplesso.
    Mi spiego: la religione dovrebbe essere una scelta personale.
    I cristiani prima di essere tali erano ebrei.
    Gesù per primo.
    Chiamarla “fortuna” questa si è una sciocchezza ma se la decisione è frutto di un percorso ragionato…

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    • Il mio post NON parla della persona che ha scelto di lasciare la religione. Quanto a Gesù, stando a quanto è scritto nei vangeli, non solo non si è mai sognato di lasciare l’ebraismo, ma ha anche detto: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge e i Profeti; non sono venuto per abolire ma per adempiere. In verità anzi vi dico: fino a che non siano passati il cielo e la terra, non uno iod (la lettera più piccola dell’alfabeto ebraico, equivalente a un apostrofo), né un apice della Legge passeranno senza che tutto si sia realizzato. Perciò chiunque viola uno solo dei più piccoli di questi precetti e insegna così agli altri sarà trattato come minimo nel Regno dei Cieli; chiunque invece li pratica e li insegna, questi sarà grande nel Regno dei Cieli”. (Matteo 5, 17-19). E per alcuni decenni, prima che Paolo fabbricasse una nuova religione – prendendo quello che gli serviva della predicazione di Gesù e adattandolo alla cultura pagana (ossia cancellando 613 precetti e manomettendo i dieci comandamenti) – i suoi seguaci si chiamavano “giudei cristiani”, ossia ebrei convinti che Gesù fosse il messia ma senza cambiare “né uno iod né un apice della Legge”.

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      • non volevo impegnarmi su temi religiosi dal punto di vista tecnico, non ne ho le capacità, può darsi che abbia scelto l’esempio sbagliato.
        Ribadisco la mia domanda.
        Se il “per fortuna” non è, come invece teme Carla, solo il sollievo di essersi liberato dell’ingombrante stella a 6 punte ma il punto d’arrivo di una ricerca, cosa c’è di sbagliato?

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        • Il punto è che il “per fortuna” non lo dice la persona che ha, eventualmente, fatto una ricerca e trovato una strada diversa da quella degli antenati. Il pro-pro-nipote che dice “per fortuna” non ha fatto alcuna ricerca, è semplicemente felice di poter mangiare il prosciutto (ne parla, in quel commento) a differenza del trisnonno rabbino che rispettava le regole dell’ebraismo.
          Quanto alle scelte individuali, condivido la considerazione di Elie Wiesel: non voglio diventare l’ultimo anello della catena perché i miei antenati sono morti per questi principi, e io sento di avere una responsabilità nei loro confronti; non esisto solo io, esistono anche loro, e spezzando la catena renderei vano il loro sacrificio. Più o meno come, nell’altra direzione, una persona disperata rinuncia a suicidarsi per la responsabilità che sente nei confronti dei figli.

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      • Paolo “inventore” del cristianesimo e fabbricante di una nuova religione dopo aver manomesso i dieci comandamenti? E quando mai? E’ lo stesso Gesù a definirsi il Messia, figlio di Dio, non è Paolo che si è inventato una nuova religione e che tral’altro prima della conversione perseguitata lui stesso i cristiani

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        • “Di nuovo il sommo sacerdote lo interoggò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’Uomo seduto alla destra dell’Onnipotente e venire con le nubi del cielo” (Vangelo di Marco, capitolo 14, 62).
          Restituisco al mittente il consiglio di studiare.

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        • Quello è l’unico verso in cui dice qualcosa del genere; in altri, in analoghe circostanze, ribalta sull’interlocutore la responsabilità delle sue affermazioni. Quanto al definirsi “figlio di Dio”, è vero che dice ripetutamente “il Padre mio che è nei cieli”, ma dice anche, altrettanto ripetutamente, “il Padre vostro che è nei cieli”: ne vuoi dedurre che siamo tutti il Messia?

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        • Mi sa che tu i Vangeli non li hai proprio letti. Ci sono decine di circostanze in cui Gesù si dichiara il Messia, figlio di Dio. Giusto per farti un esempio: “Disse loro: Ma voi, che dite che io sia?””, Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù gli disse: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne, né sangue te lo hanno rivelato ma il Padre mio che è nei cieli” (Vangelo di Matteo, capitolo 16, 15-17)

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        • E subito dopo raccomanda di non dirlo a nessuno: ma il Messia non dovrebbe avere una missione pubblica? E ancora non mi hai spiegato come si concorderebbe l’affermazione che non un solo precetto della Legge deve essere cancellato con la favoletta della fabbricazione di una nuova religione.

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        • Veramente Gesù si è scagliato contro alcune regole seguite dall’ebraismo del suo tempo come l’impurità dei cibi o il divieto di lavoro nel sabato. Il fatto è che nei Vangeli lui stesso si è più volte dichiarato il Figlio di Dio e tale convinzione non è solo di Paolo ma anche dei cosidetti “giudeocristiani” come Pietro o Giacomo il minore.

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        • Scagliato contro?! Contro il divieto di lavoro del sabato? L’impurità dei cibi? Trova una sola di queste cose che non sia già presente nella bibbia (il sabato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato, per esempio). Quanto al dichiararsi figlio di Dio, evidentemente non hai letto la mia risposta. O non sei capace di capire quello che leggi.

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        • PS: sono andata a riguardarmi i tuoi vecchi commenti perché non ero sicura di ricordare bene, e invece ricordavo proprio benissimo: sei sempre di una noia mortale nel tuo avvitarti intorno al tuo ombelico, tra apologia di papi infami e difesa di strane leggende. Maccheppalle ragazzo!

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        • Si, l’ho letta e la tua risposta non ha senso oltre al fatto che già davanti alle folle si era proclamato Figlio di Dio: “In verità, vi dico: prima che Abramo fosse IO SONO” (Vangelo di Giovanni, 8,58). Altrimenti secondo te perché il sinedrio li chiese se era lui il Messia se non si era mai pronunciato in tal senso?

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        • Vedo che confermi che non sai leggere. Vedo che confermi la tua abilità nell’avvitamento. Vedo che confermi di essere di una noia mortale. OK, hai vinto, ti lascio la vittoria, adesso vai pure avanti da solo, che io mi sono annoiata più che a sufficienza.

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        • “Machepalle ragazzo” E che devo dire io nel leggere le tue fantasie tra San Paolo manipolatore dei comandamenti o Pio XII nazista e antisemita al midollo? Roba che farebbe strappare i capelli a qualunque storico e detto da una, almeno da quello che ho capito leggendo alcuni post precedenti, che fa l’insegnante è veramente deprimente. Ahime c’è un detto che non ricordo chi l’ha pronunciato che diceva “se la mia teoria non coincide con la realtà, allora tanto peggio per la reltà” e mi sa che ti calza a pennello. Niente tolgo il disturbo e ti lascio alle tue teorie…

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        • Mattia, domandati come mai S.Paolo è così trascurato dalla Chiesa. Prova a collegare questo fatto con la sua importanza nella Riforma. E, soprattutto, ricorda che le epistole di Paolo sono proprio sue (salvo certe traduzioni un po’ addomesticate) mentre i Vangeli non sono stati scritti da testimoni diretti, e che i quattro che hanno passato la selezione (durata un po’ di tempo, tra l’altro) lo hanno fatto in base a criteri che possono essere discussi. Se oggi un tizio qualsiasi smentisce le citazioni di sue dichiarazioni del giorno prima, perché dovremmo prendere in modo letterale frasi tratte da una tradizione orale?
          Sulla divinità di Cristo non voglio dare lezioni a te che sei verosimilmente assai ferrato in dottrina, ma proprio per questo vorrai dare atto che non è stata incontestata nei primi secoli del cristianesimo, e neppure nei successivi.

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      • Si, mi ricordo (infatti per questo trovo ancor più un controsenso l’antisemitismo protratto dai cattolici).
        I Giudei Cristiani esistono ancora. C’è una comunita in Etiopia, ne avevano anche fatto un documentario di recente.

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        • L’antisemitismo dei cristiani, al contrario, è perfettamente logico a partire dal momento in cui hanno smesso di essere “giudei cristiani” per staccarsi completamente dall’ebraismo e dare vita a una religione nuova in netta opposizione alla prima. Quanto ai “giudei cristiani” penso ti riferisca agli ebrei messianici, che sono per lo più degli ebrei che si convincono che Gesù sia il messia – nonostante Gesù non abbia niente in comune con tutto ciò che le profezie bibliche dicono a proposito del messia che deve venire, a partire dal fatto che sarà un uomo inviato da Dio e non il figlio di Dio, cosa che per l’ebraismo rappresenta una vera e propria bestemmia.

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  2. ci sono troppi ‘infami’ in giro anche se molti esseri umani ci sorprendono con gesti e parlole positive ogni tanto: che ti fa pensare e dire che non siamo tutti belve e che è bello trovare ‘il bello e il buono’ fra noi!
    Happy Chanukah cara Barbara!
    Love and Light to you and yours!

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  3. Pingback: CHANUKKAH 1943 | ilblogdibarbara

  4. Barbara, la tua risposta dovrebbero leggerla in molti !
    Cosi anche le affermazioni di ..il neige sur Liège. A volte capita di incontrare qualcuno..ci parla e sentiamo che ci arriva qualcosa di diverso, forse di profondo, sicuramente di gentile. Insomma persone che ci lasciano qualcosa di positivo con il piacere per questo incontro.
    La luce sia con voi e tutti gli altri del Blog.

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  5. Nel nostro mondo inquieto e dolente ci sono pensieri, affermazioni che ci turbano, ci lasciano sgomenti, ci indignano. Io ritengo che il più grande errore che un uomo possa fare è sacrificare la sua storia per altri vantaggi.

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