600 (SEICENTO)

Più gli altri.
Oggi è Yom haShoah.

E loro sono prepotentemente vivi.

barbara

AGGIORNAMENTO: il testo della canzone.

Sentite fratelli miei
Vivo ancora
E i miei due occhi si alzano ancora verso la luce

Sono molte le spine per me
Ma anche i fiori
E ho davanti a me ancora molti anni.

Io chiedo
E prego
Per fortuna non e’ ancora persa la speranza

Un canto passa
Di generazione in generazione
Come una sorgente da sempre e per sempre.

Io chiedo….

Vivo, vivo, vivo
Si’, vivo ancora
Questa e’ la canzone che il nonno
Cantava ieri al papa’
E oggi io.

Io vivo ancora, vivo, vivo, vivo
Il popolo di Israele vive
Questa e’ la canzone che il nonno
Cantava ieri al papa’
E oggi io.

Le mie giornate sono occupate
E le mie notti
E nel mio cielo si innalza ancora una colonna di fuoco.

Cantero’ senza fine
Stendero’ le mie mani
Ai miei amici al di la’ del mare.

Io chiedo…

Vivo, vivo, vivo…

Sentite fratelli miei
Vivo ancora
E i miei due occhi si alzano ancora verso la luce

Allora – congratulazioni
A tutti i miei ospiti
E ai miei figli che vogliono tornare

Io chiedo…

Vivo, vivo, vivo…

Grazie a Mirella per la traduzione.

QUANTI SONO?

Quanti sono i civili disarmati indifesi “feriti” dai cecchini* israeliani?
ferito
Poi, oltre a questi che ogni tanto si fanno beccare, ci sono quelli che “vedete” feriti. Funziona così:

*cecchino è un tiratore appostato in luogo coperto che attende non visto il passaggio di un nemico per colpirlo a sorpresa (guerra in Bosnia, per dirne una recente. E i “giornalisti” non di rado si piazzavano accanto a uno di loro, magari pagandolo, per poter filmare o fotografare l’assassinio a sangue freddo della donna che sfidava la morte per andare a comprare un po’ di pane per i propri figli, o il bambino sfuggito al controllo della mamma). I tiratori scelti israeliani sono in uno spazio aperto, perfettamente visibili, e colpiscono nemici che tentano di fare irruzione nel territorio nazionale. Trovo vergognosa questa prostituzione semantica per cui un terrorista suicida che, magari travestito da ebreo ortodosso per non suscitare sospetti e meglio mimetizzarsi, fa strage del maggior numero possibile di civili indifesi, prende il nome di eroici soldati che in una situazione di guerra dichiarata in atto, su aerei militari con insegne militari ben visibili, sacrificavano la propria vita prendendo di mira obiettivi militari – che avevano peraltro una sia pur minima possibilità di difendersene colpendoli in tempo con la contraerea; e dei soldati che, con rigidissime regole d’ingaggio, difendono il proprio territorio nazionale prendono il nome di biechi assassini a tradimento.

Poi ci sono anche i feriti veri, certo. Però anche lì la storia bisogna raccontarla tutta, non solo la parte che fa comodo alla propaganda.

CHI SPARA E DIFENDE LA NOSTRA LIBERTÀ

Sta circolando da ieri un video in cui viene mostrato un palestinese che si avvicina alla barriera che separa il confine di Gaza da quello di Israele, e a cui un soldato israeliano spara. Il video, girato alla buona è corredato da un audio, in cui il soldato che riprende l’accaduto esprime esultanza quando il palestinese viene colpito.
“Wow! Che video! Sì! Figlio di p…Che video! Guardate stanno correndo per portarlo via!”.
Il palestinese, colpito in una gamba, si stava avvicinando alla barriera nonostante gli fosse stato intimato di fermarsi. Si trattava di un facinoroso il quale, insieme ad altri facinorosi, lanciava pietre e bottiglie molotov. Nulla di questo appare nel video, in quanto accade fuori di esso. Il video, infatti, rappresenta solo un frammento della realtà.
Ed è questo frammento che, nelle mani della propaganda anti-israeliana diventa l’ennesima prova contro Israele accusato di addestrare i suoi soldati a sparare a ogni bersaglio che si muove dietro la barriera di confine tra Gaza e Israele.
Questa è stata la narrativa che è stata propagata in questi giorni sulla gran parte dei media in relazione alle vittime del cecchini israeliani durante la cosiddetta Marcia del Ritorno. Miliziani di Hamas, Fatah, la Jihad Islamica. Miliziani difesi da ONG israeliane come B’Tselem e Breaking The Silence, perché, a loro avviso, “inermi”. Stiamo parlando di due delle quinte colonne del nemico che operano in territorio israeliano.
Ma torniamo al video.
Il video in questione è stato girato il 22 dicembre scorso vicino al kibbutz Kissufim che si trova a poche centinaia di metri dalla barriera, e che è una delle realtà difese dai soldati dell’IDF.
La diffusione dei video ha suscitato anche in Israele commenti indignati, soprattutto a sinistra, dove si stracciano sempre le vesti quando un terrorista palestinese viene ucciso.
Ha riportato i fatti alla loro giusta proporzione il Ministro della Difesa, Avigdor Liberman, il quale ha elogiato il soldato che ha sparato per avere fatto il suo dovere. Prima di lui era intervenuto Naftali Bennet con queste parole:
“Stiamo cominciando a giudicare i nostri soldati sulla base della qualità dei loro discorsi e se suona piacevole o meno al nostro orecchio? Davvero?”
Sì, l’esultanza del soldato che riprende l’accaduto non è di buon gusto, ma non siamo alla Royal Enclosure di Ascot prima dell’inizio del Derby, tra gentlemen in tight e gentildonne dai cappelli estrosi che bevono champagne millesimato. Ci troviamo in una delle zone più politicamente calde del pianeta, dove l’esercito israeliano difende la popolazione dai barbari che dipingono sulla barriera palestinese la svastica e incitano alla morte degli ebrei intonando un canto jihadista che risale al VII secolo.
Niram Ferretti

E, ricordiamolo, il palestinese non è stato ucciso: è stato colpito a una gamba, con una precisione davvero degna della qualifica “tiratore scelto”.

E per concludere, propongo di rivedere questo video creato insieme al compianto Lorenzo Fuà.

barbara

AGGIORNAMENTO: qui.