Una risposta

      • Ho avuto la grazia. Cleomede e Clodo Righi fondarono nel 1946 la Frarica, azienda tessile. Cleomede detto Franco e Clodo detto Dino crearono il marchio Dino Erre per le loro camicie, sponsorizzate da Maurizio Costanzo che aveva i baffi, le camicie divennero camicie coi baffi. Camicie impegnative, con un taschino nascosto contenente specchietto e pettinino per tenere i suddetti baffi sempre in ordine.

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        • Il tuo blog ha un pessimo concetto di me. Anche appesi per la camicia, pensa che confusione quei due tra Cleomede Dino Franco Clodo è normale che si va in confusione non si sa più chi si è ( chi si sia…. :O) e si dà lo sponsor a M.C.

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        • Chi si fossesse.
          E’ chiaro che tu lo difendi, sei di parte! Come si chiama la parte inferiore della camicia? Be’, da lì, a testa in giù, le sponsorizzava M. C. , reggeranno.

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        • Fossabbia.
          Lo difendo perché ha ragione, non perché sono di parte!
          San Google mi dice come si chiama la parte inferiore della gamba, della bocca e della lingua. Della camicia non c’è. Magari visto che si dice culo e camicia si chiamerà semplicemente culo. Quindi tu dici che bisogna prenderli per il culo?

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        • Vedi? ce l’ha con me: mi ha tolto il tasto “rispondi” dal post col fossebbe, che poi si dice siabbia.
          Beh si prenderli per il culo per il loro dispensare nomi a capocchia mi sembra un’idea.

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        • Il tasto rispondi non c’è perché l’ho impostato per un massimo di 4 annidamenti, infatti la tua è la sesta e la mia è la settima risposta che si allinea in fondo all’ultimo rispondi e tu non te n’eri neanche accorta, tutta intenta a venerare i baffi di quel losco figuro! VERGOGNA!

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  1. Per capire le parole seguenti bisogna aver visto una certa fotografia pubblicata sui giornali di ieri al termine della visita della Cancelliera Angela Merkel in Israele. Nel corso della conferenza stampa conclusiva, si vede Bibi Netanyahu che accanto alla Merkel dà la parola a un giornalista sollevando l’indice della mano sinistra. Il dito illuminato dai flash proietta sul labbro superiore della Merkel un’ombra che sembra un baffetto. Un baffetto. Sul volto imberbe dagli occhi cerulei e il caschetto a frangetta della statista tedesca. Déjà vu? L’associazione è immediata e inevitabile. E quanto ingiusta! In fondo Angela è una brava e operosa ragazza democristiana, cresciuta nella DDR, laureata in scienze, onesta e equilibrata, coerentemente filo israeliana. Eppure le cellule del cervello e della coscienza non possono fare a meno di associare. Più delle dichiarazioni, della diplomazia, dei numerosi trattati bilaterali firmati in questi giorni, è questa l’immagine che resterà della visita del governo tedesco a Gerusalemme. Siamo condizionati dai nostri neuroni. Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme (27 febbraio 2014)

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