ABBIAMO UNA NUOVA EMERGENZA

E ringrazio l’amico Fulvio Del Deo che me l’ha segnalata.
Da quando è stata inventata l’idea e fabbricata la moda del gender fluid, della disforia di genere, del sesso “assegnato” alla nascita, delle persone che a un anno e mezzo “manifestano chiaramente” di sentirsi di un sesso diverso da quello biologico; da quando si è cominciato a trattare questi temi anche a scuola – in Italia ancora abbastanza in sordina, altrove nel modo più esplicito e sfacciato; da quando in diversi stati è stato stabilito che le “transizioni di genere” devono obbligatoriamente essere “accompagnate”, ossia che non appena un bambino o ragazzino fa qualcosa che tradizionalmente viene considerato come pertinente all’altro sesso (scelta di colori e giocattoli, atteggiamenti – appena un pelino effeminati da parte di un ragazzo, da maschiaccio in una ragazza) viene immediatamente sottoposto a terapia ormonale per bloccare la pubertà e affidato a uno “psicologo” che lo aiuta a compiere armoniosamente il trapasso, e se un genitore tenta di opporsi ritenendo che a 14 anni non si possano prendere simili decisioni che modificheranno irreversibilmente il proprio corpo, per non parlare della psiche, viene pesantemente multato e sbattuto in galera; da quando è iniziato tutto questo immondo bordello, dicevo, si è affacciata alla ribalta una nuova specie di influencer: quelli che hanno fatto la “transizione” e spiegano agli aspiranti transituri quali sono i passi da compiere – uno lo potete trovare qui (nota: le due persone che compaiono nei video in evidenza sono biologicamente donne; lo preciso perché ci vuole un po’ prima di arrivare a capirlo). Come potete vedere, questi video non possono essere considerati come delle vere e proprie istigazioni in senso stretto, ma colpisce il modo in cui se ne parla, come di qualcosa di estremamente semplice e tutto sommato banale, un po’ come io potrei spiegare come faccio la salsa con gli scarti dei carciofi: faccio bollire le foglie scartate, con un coltello raschio via la polpa, aggiungo un bel battuto di aglio prezzemolo olive capperi e acciughe… Tutto molto semplice, tutto molto delicato, non abbiate paura, è bellissimo e facilissimo. Come non prevedere che qualche ragazzino toccato dai normali dubbi adolescenziali e in cerca di informazioni che la rete offre in quantità, incappando in questi canali, si lasci adescare e prenda troppo frettolosamente decisioni gravi e irreparabili?
Diversi anni fa Fulvio, toccato dalla morte per anoressia di una ragazzina di 16 anni amica dei suoi figli, si è messo a perlustrare la rete, trovandovi un sacco di blog “proana” in cui ragazzine anoressiche promuovevano l’anoressia spiegando quanto sia bello avere il controllo totale sul proprio corpo, dominandone le necessità fino a non sentirle più, fino a cancellarle… fino alla morte. Trasformatosi in cacciatore di siti “proana”, ogni volta che ne trovava uno nuovo lo segnalava alla Polizia Postale, che provvedeva ad eliminare quelle pagine, cosa giustificata dal fatto che si trattava di vere e proprie istigazioni al suicidio. Adesso invece ha scoperto che questi blog, canali youtube ecc. di influencer che illustrano passo passo la loro “transizione” mostrando quanto è semplice, questa roba, dannosissima per gli adolescenti che navigano in rete, non può essere cancellata, e non potrà esserlo finché non avremo anche in Italia una legge come quella di cui si è finalmente dotata l’Ungheria – che, ricordiamolo, NON è una legge omofoba, NON è una legge transofoba, ma unicamente una legge contro la pedofilia, una legge intesa a tenere i bambini fuori dalle mire delle varie lobby dalle losche trame.

Aggiungo un’altra cosa. C’era una volta Ellen Page: carina, dolce, sorridente, dallo sguardo luminoso.

Poi ha deciso di diventare Elliot, che dichiara: “Sono pienamente ciò che sono“, vale a dire ora sono finalmente realizzato, sono ciò che volevo essere. Ecco, guardatelo:

guardate quelle spalle leggermente curve, guardate quelle braccia abbandonate lungo il corpo, guardate quelle mani semichiuse, e soprattutto guardate il viso,

guardate la piega della bocca. Guardate lo sguardo. Riuscite a immaginare qualcosa di più triste? E stiamo parlando di una persona che ha fatto “il salto” a trent’anni suonati: non credo serva molta fantasia per immaginare le conseguenze di decisioni prese, sotto l’impulso di un momento critico, a quindici anni, dodici anni, dieci anni…
Infine ascoltiamo questa testimonianza di una bambina italo-americana, decisa a fuggire dalla scuola americana dopo l’esperienza vissuta durante la prima media.

PER FAVORE, SALVIAMO I NOSTRI BAMBINI.

barbara

Una risposta

  1. molto molto lucida, la ragazzina….. peccato per le interruzioni della madre che spezzano il ritmo e deviano il discorso, ma già solo definire stupidi e irrispettosi quelli che seguono la moda del momento (per attrarre l’attenzione, parrebbe, come normale nei bambini) rischiando dei danni permanenti mostra che ci vede e ragiona molto bene.
    anche perché nel discorso generale ci infila giustamente sia la moda arcobaleno che la moda #metoo, e fa ben capire il pericolo grosso, per menti poco smaliziate e in grado di assorbire qualsiasi cosa, costituito dalla combinazione di propaganda mediatica e pressione del mondo scolastico….. due forze pesantissime nella vita di un adolescente, praticamente gli unici modelli da seguire oltre la famiglia, che infatti si tende a demolire per quanto possibile…..

    mala tempora, davvero

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    • Le interruzioni della madre possono dare fastidio, ma devi tenere conto che lasciandola parlare a ruota libera ci avrebbe messo almeno un’ora a raccontare tutto; io non guardo video di un’ora, non guardo video di mezz’ora, se proprio mi si garantisce da fonte fidata che è qualcosa di imperdibile provo a cliccare su un video di un quarto d’ora ma senza garanzia di vederlo fino in fondo, e sicuramente non sono l’unica, quindi si trattava di scegliere fra lasciarla parlare a ruota libera e fare un video di un’ora che quasi nessuno avrebbe guardato, lasciarla parlare a ruota libera e fermarla dopo dieci minuti quando aveva detto sì e no un quarto delle cose importanti, o interromperla quando cominciava a perdersi per riportarla ai temi fondamentali.
      Molto importante e molto lucido il fatto di sottolineare che atteggiarsi a violentate per una mano sulla spalla messa durante un gioco è una grave mancanza di rispetto nei confronti di chi ha subito vere molestie o addirittura violenze.

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      • ma ci hai perfettamente ragione, ho dimenticato di aggiungere, dopo il peccato per…. che pur spezzando il ritmo e indirizzando il discoso tengono concentrata la ragazzina, che a dodici anni difficilmente riuscirebbe ad articolare un ragionamento e metterlo giù in dieci minuti improvvisando.
        sono cose (informarsi, osservare, ragionare su ciò che si vede e si sente e si legge, analizzare i dati e trarne conclusioni e giudizi) che si imparano proprio a partire da quell’età, soprattutto a scuola, e aiutati dalla famiglia e dagli amici.

        e mi sembra che il pericolo avvertito dalla madre, e anche dalla ragazza, sia che a scuola venga insegnato un tipo di ragionamento non informato e libero, ma sempre e comunque strutturato su concetti e assunzioni preordinate, e che addirittura si imponga una visione univoca sui fenomeni che si stanno osservando, e guai anche solo mostrare devianza…. pena l’esposizione alla congregazione con tutto quanto ne consegue.

        raggelante, in Italia non è così, almeno non lo era fino a quando le mie figlie andavano a scuola anni fa

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  2. Non riesco più a trovare uno spot realizzato in Spagna e che un po’ di tempo fa era diventato virale, in cui un ragazzino di 7-8 anni, biondo con capelli lunghi e nome da donna, faceva vedere al mondo la sua allegria di transgender. Per arrivare a quel risultato, qualcuno doveva averci lavorato sodo, perché il ragazzino in questione non aveva nulla di femminile, perché i capelli così lunghi li abbiamo portati in molti, negli Anni Settanta, così come quella salopette che indossava, ne avevo una molto simile anche io.
    Se qualcuno riesce a trovarlo, potrebbe postare il link?
    Grazie.

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  3. Di mio posso notare che in questi casi di transizione X->Y c’è una fortissima censura, (o autocensura) verso i fiaschi o le persone che si rendono conto che non era la transizione quello che volevano per accettarsi completamente. Sporadicamente saltano fuori.

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    • E pensare che grande servizio renderebbero a tutti i ragazzini confusi se facessero dei video per dire attenzione, guardate che indietro non si può tornare, avete rinunciato a vagina utero tube ovaie e non solo non potrete mai essere madri ma, qualunque cosa vi siate fatte innestare non potrete mai essere neanche padri, neanc he con l’abominevole utero in affitto, perché siete comunque prive della materia prima; avete rinunciato a pisello e palle e non solo non potrete mai diventare padri, ma non potrete neanche essere madri, perché vi manca la materia prima. E se non vi dovesse piacere il vostro nuovo aspetto, beh, ve lo dovrete tenere per sempre. Se dicessero guardate che certe turbe, certi dubbi, certe indecisioni sul proprio sesso sono temporanee, aspettate prima di decidere, lasciate che vi si chiariscano le idee.
      Solo che per quasi tutti passerebbero per coglioni: hai fatto il finimondo per cambiare sesso, ti sei prostituito per pagarti l’operazione, ti sei reso irriconoscibile e adesso scopri che stavi meglio prima?! Ma sei veramente un coglione! E quindi tutti a dire ah come sono felice, ah come sono contento, ah come mi sento finalmente realizzato…
      E poi guarda la Ellen Page: una donna di un metro e mezzo può essere deliziosa, ma un uomo?!

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  4. la moda del gender fluid

    Appunto, hai scritto giusto: la moda. Come le mode passerà pure quella. Non che gli effetti passino allo stesso momento (conosco una signora che ha dovuto fare una protesi al ginocchio perchè era caduta dalle scale a causa delle zeppe), ma se passa la moda almeno gli episodi spiacevoli passeranno.

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  5. C’è di peggio, Barbara, guarda qui sopra. Va precisato che pettorali e addominali (“six pack” in americano perché ricordano una confezione di lattine di birra) sono finti. Cioè, la sciagurata si è fatta impiantare delle protesi ( guarda il confronto con braccia, spalle e gambe). Era così carina! Ed è anche decisamente troppo magra.
    Guarda, Barbara: girano molti soldi, ma Sheva ha torto: non è per quello. Meriterebbe non un post a parte, ma libri, film, programmi TV, corsi universitari. l’ideologia anti-umanista che c’è dietro, e chi la spinge, e perché.
    Aggiungo che le testimonianze dei pentiti della transizione sono pesantemente censurate su YT e sui social media, e chi si racconta viene “cancellato” se non minacciato di morte.
    Le statistiche sui suicidi di questa gente sono terribili, e non migliorano dopo la transizione. Sono veramente delle vittime, e stanno aumentando vertiginosamente di numero. Soprattutto, e se ne parla poco, delle transizioni da donna a uomo.

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    • Sì, quella tartaruga impiantata sul nulla è veramente orrida – e io non amo neanche quelle naturali. Per non parlare delle orripilanti cicatrici della mastectomia.
      Sulla questione dei soldi non sono molto d’accordo: ovviamente c’entra un’ideologia che sta stravolgendo i cervelli della gente fin da bambini, non troppo diversa, nei metodi, da quelle comunista, nazista e islamica, ma il motore che spinge lavorare sulle menti, o almeno un motore, non sono forse i soldi. Quanto ai pentimenti, sappiamo che c’è gente che si fa rifare il naso perché è troppo lungo, troppo grosso, con la gobba e poi va in crisi quando si accorge che sulla sua faccia era più intonato quello difettoso, figuriamoci a stravolgere il corpo in quella che, dal punto di vista dell’identità, è la parte più essenziale. Che poi mi chiedo, ma penso di conoscere la risposta, una vagina fabbricata, sarà in grado di “sentire”? Un pene fabbricato sarà in grado di funzionare? In modo naturale, voglio dire, come reazione alle normali sollecitazioni? Non ho davvero difficoltà a immaginare quanti possano essere i suicidi. Se per caso ti capita sottomano qualche testimonianza mandamela in privato, che la pubblico.

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