CATTIVI CATTIVI CATTIVI SOLDATI ISRAELIANI!

soldados sionistas
Guardate cosa sono capaci di fare a un povero ragazzo, e in cinque contro uno, oltretutto! Io l’ho rubata al mitico Livuso, aka Momovedim, alias Fulvio Del Deo, che l’ha a sua volta presa da un tale che si chiama Antisionista, votato allo smascheramento dei mostruosi crimini sionisti. Forse non ha le idee del tutto chiare sulla differenza fra israelita e israeliano, ma insomma accontentiamoci della buona volontà. La sua personale didascalia comunque parlava di soldados sionistas, quindi non possono esserci dubbi né equivoci. Ma forse, dando solo un’occhiata distratta alla foto, non vi siete ancora resi conto del livello di perfidia di questi soldati, ma adesso che ho attirato la vostra attenzione, guardateli meglio: per mimetizzarsi, per mascherarsi, per fare finta di non essere loro (ca sse vedesse che non c’erano), hanno addirittura rubato le uniformi dei carabineros cileni! Ma vi rendete conto?!

Quello che veramente sconvolge è che perfino di fronte a simili smaccate evidenze un sacco di gente sceglie di credere ai “crimini” israeliani “documentati” in questo modo. Nel blog della “Signora” di cui ho parlato nel post di qualche giorno fa, per esempio, ho trovato tutta la carrellata completa delle foto tarocche, prese in Siria e in Iraq, già smascherate da tutti i giornali di tutto il mondo: riprese da altro blog da cui anche molti altri le hanno a loro volta riprese: evidentemente c’è gente che ha talmente la menzogna nel DNA che se non si schiaffa in vena la sua dose quotidiana di menzogne – meglio se atte a demonizzare qualche innocente – rischia la crisi d’astinenza e lo shock anafilattico. E quindi giù menzogne, giù infamie e giù, come immediata conseguenza, commenti di orrore per quelle carrettate di poveri “bambini di Gaza” e inappellabile condanna dei maledetti criminali israeliani. E che nessuno mi venga a parlare di ignoranza in buona fede. E voglio dirlo forte e chiaro: chi usa strumentalmente quei corpicini straziati di bambini siriani o iracheni per diffondere odio antiebraico, chi sbatte quei cadaverini sulle pagine dei propri blog o di facebook con un anno, due anni, tre anni di ritardo perché quando sono stati massacrati non gli servivano, li sta ammazzando una seconda volta, VOI SIETE MORALMENTE DEGLI ASSASSINI.

Se poi qualcuno vuole farsi un’idea del perché succede che muoiano bambini palestinesi, guardi un po’ qui:

 

Tanto poi se i bambini crepano si mettono in conto a Israele e si vince così un’altra battaglia mediatica.

Ah, dimenticavo: la foto dei cinque soldados israelitas o sionistas. Diffondetela, mi raccomando. Perché i mass media si guarderanno bene dal farlo.

barbara

AGGIORNAMENTO: un po’ di chiarezza sulla storia del “cinema di Sderot” e le scritte sui missili, qui.

Una risposta

  1. Si ritorna…la curiosità di verificare…cercare le stesse notizie ‘ da piu’ fonti…’ usando meglio il cervello,,’fà bene…è un’ ottima ginnastica ‘
    L’ intelligenza da usare in maniera vispa.Anche se è un fattore innato…è inalterata anche quando la vita puo’ distruggere una persona..vede…sente con ricchezza…etc…

    Credete a tutto….! State buoni…che vi piace varvi prendere per i fondelli.
    poi…mi sembra di sentire qualcuno…và prendere per il culo to’ mà…..’oppure …raccontalo a un’ altra che tu hai visto i’ ciuco volare…ho reso l’ idea..
    E i ragazzini..che si intravedono dietro il missile…
    La mamma…Và a casa e poi se ne riparla. Se tu capisci bene altrimenti ti farò morvido
    come la sugna..’
    Non sò se rende di come reagirebbe una toscana..’ verace’ .

    Non ho molti indirizzi mail…ma appena ne avrò l’ occasione….’ visto che molto religiosa..’ l’ artico su’ Bergoglio…buggerato…..in seguito…per iniziare le 21…TAS…
    e 3 indirizzi…I.C…Israele Net…Focus…
    Poi…se vuole..da li…in quello si può andare oltre….
    Mi ha poi detto …ma cosa ci racconta la stampa…
    Cerca anche oltre…

    Con l’ Ideale…siamo attenti nel cercare e recepire ..Am Israel chai.

    Shalom

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  2. Un “ebreo antisemita” ha scritto questo articolo, sicuramente è un ebreo che odia se stesso… un traditore… una vergogna per Israele….. o forse è uno che ha capito tutto, o quasi… in effetti l’articolo presenta un grosso limite, quello di parlare di ocupazione e due stati.
    Non è questo il quadro oggettivo, bensì si deve prendere atto di una orchestrazione mondiale, di un generale furto di terra altrui con la colonizzazione di terre altrui e della copertura del “palo” detto ONU…. questo è il vero punto di partenza che necessita essere digerito….. comunque – divagazioni “antisemite” a parte – il giornalista si chiama Gideon Levy, scrive su Haaretz.
    Copio l’articolo, che ne pensa la pasionaria di sion che gestisce questo “blog sionista”???

    Israele non vuole la pace. Non c’è niente di quello che ho scritto finora di cui sarei più contento di essere smentito. Ma le prove si sono accumulate a dismisura. In effetti, si può dire che Israele non ha mai voluto la pace – una pace giusta, cioè basata su un compromesso equo per entrambe le parti.
    E’ vero che l’abituale saluto in ebraico è “Shalom” (“Pace”) – quando uno se ne va e quando arriva. E, di primo acchitto, praticamente ogni israeliano direbbe di volere la pace, è ovvio. Ma non farebbe riferimento al tipo di pace che porterebbe anche alla giustizia, senza la quale non c’è pace, e non ci potrà essere. Gli israeliani vogliono la pace, non la giustizia, certamente non basata su principi universali. Quindi, “Pace, pace, quando pace non c‘è.” Non soltanto non c’è pace: negli anni recenti, Israele si è allontanato persino dall’aspirare a fare la pace. Ha perso totalmente lil desiderio di farla. La pace è scomparsa dalla prospettiva di Israele, e il suo posto è stato preso da un’ansietà collettiva che si è sistematicamente impiantata, e da questioni personali, private che ora hanno la prevalenza su tutto il resto.
    Verosimilmente il desiderio di pace di Israele è morto circa dieci anni fa, dopo il fallimento del summit di Camp David nel 2000, la diffusione della menzogna secondo cui non ci sono partner palestinesi per fare la pace, e, ovviamente, l’orribile periodo intriso di sangue della Seconda Intifada.

    Ma la verità è che, persino prima di tutto questo, Israele non ha mai veramente voluto la pace.

    Israele non ha mai, neppure per un minuto, trattato i palestinesi come esseri umani con pari diritti. Non ha mai visto la loro sofferenza come una comprensibile sofferenza umana e nazionale.
    Anche il campo pacifista israeliano- se pure è mai esistito qualcosa del genere – è morto anche lui di una lunga agonia tra le sconvolgenti scene della Seconda Intifada e la menzogna della mancanza di una controparte [palestinese]. Tutto ciò che è rimasto è stato un pugno di organizzazioni tanto determinate e impegnate quanto inefficaci nel contrastare le campagne di delegittimazione costruite contro di loro. Perciò Israele è rimasto con il suo atteggiamento di rifiuto.
    Il dato di fatto più evidente del rifiuto della pace da parte di Israele è, ovviamente, il progetto di colonizzazione. Fin dalle sue origini, non c’è mai stato una più attendibile o più evidente prova inconfutabile delle reali intenzioni [di Israele] di questa particolare iniziativa. In poche parole: chi costruisce gli insediamenti vuole consolidare l’occupazione, e chi vuole consolidare l’occupazione non vuole la pace. Questa in sintesi è la questione.
    Ammettendo che le decisioni di Israele siano razionali, è impossibile accettare che la costruzione delle colonie e l’aspirazione alla pace siano vicendevolmente. Ogni attività per la costruzione degli insediamenti dei coloni, ogni roulotte e ogni balcone trasmette rifiuto. Se Israele avesse voluto raggiungere la pace attraverso gli Accordi di Oslo, avrebbe almeno bloccato la costruzione di colonie di sua spontanea iniziativa. Il fatto che non sia avvenuto prova che gli accordi di Oslo sono stati un inganno, o nella migliore delle ipotesi la cronaca di un fallimento annunciato. Se Israele avesse voluto ottenere la pace a Taba, a Camp David, a Sharm el-Sheikh, a Washington o a Gerusalemme, la sua prima mossa avrebbe dovuto essere la fine di qualunque tipo di edificazione nei Territori [occupati]. Senza porre condizioni. Senza contropartita. Che Israele non lo abbia fatto è la prova che non vuole una pace giusta.
    Ma le colonie sono state solo la pietra di paragone delle intenzioni di Israele. Il suo atteggiamento di rifiuto è molto più profondamente radicato nel suo DNA, nelle sue vene, nella sua ragione d’essere, nelle sue originarie convinzioni. Lì, a livello più profondo, risiede il concetto che questa terra è destinata solo agli Ebrei. Lì, a livello più profondo, è fondata la valenza di “am sgula” – “il prezioso popolo” di Dio – e “siamo gli eletti da Dio”.
    In pratica, ciò viene inteso con il significato che, in questo territorio, gli ebrei possono fare quello che agli altri è vietato. Questo è il punto di partenza, e non c’è modo di passare da questo concetto ad una pace giusta.

    Non c’è modo di arrivare ad una pace giusta quando il gioco consiste nella de- umanizzazione dei palestinesi. Non c’è modo di arrivare ad una giusta pace quando la demonizzazione dei palestinesi è inculcata quotidianamente nelle menti della gente. Quelli che sono convinti che ogni palestinese è una persona sospetta e che ogni palestinese vuole “gettare a mare gli ebrei”, non faranno mai la pace con i palestinesi. La maggioranza degli Israeliani è convinta della verità di queste affermazioni.
    Nell’ultimo decennio, i due popoli sono stati separati gli uni dagli altri. Il giovane israeliano medio non incontrerà mai un suo coetaneo palestinese, se non durante il servizio militare (e solo se farà il servizio militare nei Territori [occupati]). Neanche il giovane palestinese medio incontra mai un suo coetaneo israeliano, se non il soldato che brontola e sbuffa ai checkpoint, o irrompe a casa sua nel bel mezzo della notte, o il colono che usurpa la sua terra o che incendia i suoi alberi.
    Di conseguenza, l’unico incontro tra i due popoli avviene tra gli occupanti, che sono armati e violenti, e gli occupati, che sono disperati e anche loro tendenzialmente violenti. Sono passati i tempi in cui i palestinesi lavoravano in Israele e gli israeliani facevano la spesa in Palestina. E’ passato il tempo delle relazioni quasi normali e quasi paritarie che sono esistite per pochi decenni tra i due popoli che condividono lo stesso territorio. E’ molto facile, in questa situazione, incitare e infiammare i due popoli uno contro l’altro, spargere paure e instillare nuovo odio oltre a quello che già c’è. Anche questa è una sicura ricetta contro la pace.
    Così è sorto un nuovo desiderio di Israele, quello della separazione: “Loro se ne staranno là e noi qua (e anche là).” Proprio quando la maggioranza dei palestinesi – una constatazione che mi permetto di fare dopo decenni di corrispondenze dai Territori occupati – ancora desidera la coesistenza, anche se sempre meno, la maggioranza degli israeliani vuole il disimpegno e la separazione, ma senza pagarne il prezzo. La visione dei due Stati ha guadagnato una diffusa adesione, ma senza la minor intenzione di metterla in pratica. La maggioranza degli israeliani è favorevole, ma non ora e forse neppure qui. Sono stati abituati a credere che non ci sono partner per la pace – ossia una controparte palestinese – ma che ce n’è una israeliana.
    Sfortunatamente, la verità è l’esatto contrario. I non partner palestinesi non hanno più la minima possibilità di dimostrare di essere delle controparti; i non partner israeliani sono convinti di esserlo. Così è iniziato un processo nel quale condizioni, ostacoli e difficoltà [posti] da Israele, sono andati aumentando, un’altra pietra miliare dell’atteggiamento di rifiuto israeliano. Prima viene la richiesta di cessare gli attacchi terroristici; poi quella di un cambiamento dei dirigenti (Yasser Arafat come un ostacolo [alla pace]); e poi lo scoglio diventa Hamas. Ora è il rifiuto da parte dei palestinesi di riconoscere Israele come Stato ebraico. Israele considera ogni suo passo – a partire dagli arresti di massa degli oppositori politici nei Territori [occupati] – come legittimi, mentre ogni mossa palestinese è “unilaterale”.
    L’unico paese al mondo che non ha confini [definiti] non è assolutamente intenzionato a definire quale compromesso sui [propri] confini che è pronto ad accettare. Israele non ha interiorizzato il fatto che per i palestinesi i confini del 1967 sono la base di ogni compromesso, la linea rossa della giustizia (o di una giustizia relativa). Per gli israeliani, sono “confini suicidi”. Questa è la ragione per cui la salvaguardia dello status quo è diventato il vero obbiettivo di Israele, il principale scopo della sua politica, praticamente fondamentale e unico. Il problema è che l’attuale situazione non può durare per sempre. Storicamente, poche nazioni hanno accettato di vivere per sempre sotto occupazione senza resistere. E pure la comunità internazionale sarà un giorno disposta ad esprimere una ferma condanna di questo stato di cose, accompagnata da misure punitive. Ne consegue che l’obiettivo di Israele è irrealistico.

    Slegata dalla realtà, la maggioranza degli israeliani continua nel proprio modo di vita quotidiano. Nella loro visione della situazione, il mondo è sempre contro di loro, e le zone occupate nel giardino di casa sono lontane dal loro campo di interesse. Chiunque osi criticare la politica di occupazione è etichettato come antisemita, ogni atto di resistenza è interpretato come una sfida esiziale. Ogni opposizione internazionale all’occupazione è letto come una “delegittimazione” di Israele e come una minaccia all’esistenza stessa del paese. I sette miliardi di abitanti del pianeta – la maggior parte dei quali sono contrari all’occupazione – sbagliano, e i sei milioni di ebrei israeliani – la maggior parte favorevole all’occupazione – sono nel giusto.
    Questa è la realtà dal punto di vista dell’israeliano medio.

    Si aggiunga a questo la repressione, l’occultamento e l’offuscamento [della realtà], ed ecco un’altra spiegazione dell’atteggiamento di rifiuto: perché ci si dovrebbe impegnare per la pace finché la vita in Israele è buona, la tranquillità prevale e la realtà è nascosta? L’unico modo che la Striscia di Gaza assediata ha per ricordare alla gente della sua esistenza è di sparare razzi, e la Cisgiordania torna a fare notizia nei giorni in cui vi scorre il sangue. Allo stesso modo, il punto di vista della comunità internazionale è presa in considerazione solo quando cerca di imporre il boicottaggio e le sanzioni, che a loro volta generano immediatamente una campagna di autocommiserazione costellata di ottuse – e a volte anche fuori luogo – accuse che fanno riferimento alla storia.
    Questa è dunque la cupa immagine [della situazione]. Non ci si trova neanche un raggio di speranza. Il cambiamento non avverrà dall’interno, dalla società israeliana, finché questa società continuerà a comportarsi in questo modo. I palestinesi hanno fatto più di un errore, ma i loro errori sono marginali. Fondamentalmente la giustizia è dalla loro parte, e un fondamentale atteggiamento di rifiuto è appannaggio degli israeliani. Gli israeliani vogliono l’occupazione, non la pace.
    Spero solo di sbagliarmi.

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  3. E chi vorrebbe credere a chi ‘ nella carta,..Costituzione, nel primo paragrafo afferma che
    il loro obbiettivo è distruggere Israele fino all’ ultimo israeliano.
    Da qui si comprende che molte azioni ….sono dirette a nuocerlo.-
    Questo è già tanto.Poi si può ripetere tutto il testo….

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  4. Spero e credo che avranno un pò di problemi.Sono per alcuni aspetti peggiori dei nazisti…Gli arabi…e su’.su’…oltre, non hanno fatto altro che distruggere o se hanno creato qualcosa lò è stato solo per distruggere .La vita umana….cos’ è..Diritti umani!.
    In tanti condannano certi colonialismi….fra poco sono passati 60aa…e sono rimasti
    a quelllo che è stato fatto in quei tempi..o poco piu’

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      • A proposito delle colonie, tempo fa leggevo dei commenti in inglese dei neri (non afroamericani, africani, al momento abitant dell’africa sub sariana) sul sito di al-jaazera (o come si scrive) che discutevano con gli arabi, che cercavano di convincere gli africani a sostenere la loro ideologia, citando le colonie inglesi. Un africano subsahariano ha detto: ‘Non ci fregate, la storia la conosciamo bene! E’ vero che i bianchi sono venuti nelle nostre terre ed hanno fondato le colonie, ma è una cosa successa più di 50 anni fa, poi se ne sono andati, e con loro possiamo avere anche dei buoni rapporti. Mentre voi arabi sono millenni che ci rompete le scatole, e che continuate tutt’oggi ad invadere le nostre terre!’

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        • Avevano anche menzionato ciò infatti, con una domanda tipo ‘chi è che li vendeva gli schiavi? E chi li continua a vendere?’
          E gli arabi allora passavano alle teorie del complotto, stavolta dicendo che al Qaeda era in realtà un gruppo cristiano creato dall’UE. Ridicoli!

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        • Ovviamente la verità è che è tutta opera del Mossad, come tutti noi ben sappiamo, anche se facciamo finta di no. Tempo fa ho postato un lungo articolo, tradotto da me, sui bianchi schiavi degli arabi: dovresti trovarlo con “schiavi bianchi” o qualcosa del genere, se ti interessa.

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  5. Mah, ci sono sempre commentatori filo-palestinesi (o meglio pallestinesi) che non comprendono che Israele non può lasciare che Hamas giochi al tiro al bersaglio con i suoi cittadini! La loro è una tattica perversa, perchè fanno in modo che Israele finisca sempre per essere delegittimato: infatti mettono i missili nelle scuole, l’UWRA stessa ha trovato ben 20 missili in una sua scuola e, pur sostenendo i palestinesi, ha parlato di “flagrante violazione del diritto internazionale” e non sono parole di un sionista incallito, ma dell’agenzia ONU che da sempre si occupa dei palestinesi.
    Questi arabi sarabbero ben disposti pure a far morire i propri figli o parenti per vedere Israele sconfitto e delegittimato, far diventare una scuola una postazione militare è qualcosa di orrendo, anzi, peggio……..

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    • Non sono filopalestinesi: sono antiisraeliani. Se fossero filopalestinesi si preoccuperebbero di loro anche quando vengono massacrati a migliaia da qualcuno che non è Israele. E non è che non comprendano: comprendono benissimo e gli va bene così. Tutto quello che serve a sterminare ebrei gli va bene.

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  6. Qualcuno l’ha già detto?
    Ma se l’altro ieri i morti di Gaza erano 150, e ieri 180 e oggi 200, vuol dire che in tre giorni ce ne sono stati 530, o no? La nonna del mio vicino di casa, che ha capito tutto, dice che se i morti “sono saliti” a 200 vuol dire che ieri non ce n’erano e che oggi sono 200 (in più di ieri). Come quel coglioncello che pubblicava foto di stragi siriane spacciandole per eventi accaduti a Gaza: “tanto è sempre ciò che una guerra produce”.
    1 – Pierino ha le orecchie.
    2 – Il cane ha le orecchie.
    3 – Pierino è un cane.

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  7. Ma insomma BARBARA mi meraviglio di Lei che ha fatto le scuole alte, che sa di latino, di francese ed inglese non ricorda la famosa frase gesuitica “CALUNNIATE, CALUNNIATE VEDRETE CHE QUAL’COSA RIMARRA’ ” sono secoli che circola nel mondo è finita nella profondità degli animi sia furbi che ingenui e da li non uscirà mai.
    Con rinnovata stima Giorgio Bressan

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  8. In riferimento al video Le faccio una confidenza, e di tale confidenza mi assumo ogni e qualsiasi responsabilità sia civile che penale scagionandoLa completamente.
    In qualità di padre di due ragazzi ormai grandi non sono affatto dispiaciuto se la morte raggiungerà quegli infelici esseri che compaiono sullo sfondo del mortaio. Li stanno rimpinzando di ODIO manipolando le loro ancora fragili menti. ‘ meglio che se ne vadano in tenera età piuttosto che qualcuno di essi si faccia esplodere in qualche autobus o supermercato d’Israele. Io sarò si cinico ma alla lunga so di avere ragione. Confermando quanto sopra esposto le auguro un tranquillo Shabbat Shalom
    Giorgio BRESSAN

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  9. NOTA: Ha tentato di commentare un tizio, nominando una nota merda putrefatta. Spiacente, questo blog non è una fogna e quindi la merda qui dentro non ha diritto di soggiorno. Di cloache in giro ce ne sono tante: valla a postare lì, che sarà sicuramente bene accolta. Per inciso la suddetta merda putrefatta si è fatta riprendere mentre scagliava un sasso contro un soldato israeliano gridando: “Che cosa deve fare un giornalista che si rispetti? Questo!” E noi ingenui che credevamo che un giornalista che si rispetti dovesse informare, ma pensa te.
    PS: se per caso qualcuno lo ha riconosciuto, è pregato di non scrivere qui il suo nome, grazie.

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  10. Caro credulone incredulo, non offenderti, ma stai sempre più dimostrando di essere un emerito coglione. Se non lo fossi sapresti che per l’islam l’intero pianeta è terra islamica, e ogni centimetro di suolo del pianeta deve essere restituito all’islam. Quindi ogni centimetro di terra che ospita un governo non islamico è terra usurpata da liberare.
    Ora, visto che non faccio la dama di San Vincenzo dedita alla cura dei bambini ritardati, fai una bella cosa: togli le tende e levati dalle palle, che io la pazienza l’ho esaurita tutta. E questa è l’ultima risposta che ricevi. FINE DELLE TRASMISSIONI.

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  11. cara minchiona giudea, vattene affanculo in erez israel che qua di baldracche merdose e fanatiche ne facciamo volentieri a meno, sei solo una zozza ebrea, non sarai mai un’italiana, renditene conto e levati in fretta dal cazzo che state iniziando a romperci un po’ troppo i coglioni. Fattene una ragione vecchia puttanazza, voi nasoni bastardi siete il cancro dell’umanità.
    P.S: questo è il tuo modo di scrivere, ho solo risposto giudaicamente ai tuoi schizzi di diarrea kosher

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