COSE CHE NON CAPITANO TUTTI I GIORNI

Rinuncia all’Everest per salvare l’amico, medaglia d’onore ad un israeliano


di Pamela Calufetti

GERUSALEMME – Rinunciare alla conquista dell’Everest a poche centinaia di metri dalla vetta per salvare un amico in difficoltà. Questo il gesto coraggioso compiuto da Nadav Ben-Yehuda, che è valso all’alpinista israeliano il conferimento di una medaglia d’onore da parte del presidente Shimon Peres.
Nelle scorse settimane l’Everest è diventato protagonista per le morti di alcuni alpinisti che ne stavano tentando l’ascesa. Nel novero di coloro che hanno perso la vita per inseguire un sogno, si è fortunatamente sottratto l’alpinista 46enne di origini turche, Aydin Irmak.
Il 19 maggio Irmak stava scendendo dalla vetta, mentre un altro alpinista di origini israeliane, Nadav Ben-Yehuda, stava salendo con uno sherpa per conquistare il record di più giovane scalatore del proprio paese ad aver salito la montagna più alta del mondo. I due avevano stretto amicizia al campo base ed è stato quindi naturale per il 24enne di Israele controllare che la discesa dell’altro procedesse nel migliore dei modi.
A circa 250 metri dalla vetta Ben-Yehuda si è reso conto che l’amico si era accasciato a terra e non riusciva più a proseguire. La decisione è stata immediata: tornare indietro e aiutare l’alpinista in difficoltà. Il giovane ha raggiunto l’uomo, che era collassato a causa della mancanza di ossigeno, ed è riuscito a portarlo a spalla al campo più vicino.
Entrambi hanno sofferto di ipotermia e rischiano l’amputazione di qualche dito, ma sono vivi e sono ritornati alle proprie case. L’atto eroico di Nadav Ben-Yehuda è stato molto lodato da Israele, Turchia, Nepal e India. Inoltre il presidente israeliano Shimon Peres ha comunicato che il prossimo mese conferirà al giovane una medaglia d’onore per il suo coraggio e il suo altruismo.

(montagna.tv, 1 giugno 2012, via “Notizie su Israele”)

In altre parti del mondo, nel frattempo, la barbarie incalza.
E infine un piccolo promemoria, che non guasta mai:
(anche se immagino che ogni missile che cade su una scuola israeliana, su un asilo israeliano, su un ospedale israeliano, sarà festa grande per chi, come ha scritto in un post più sotto, considera meritevoli dello stesso identico rispetto la neonata israeliana sgozzata nella culla e il terrorista palestinese ucciso mentre è intento a uccidere – e con tutta la fantasia e tutta la buona volontà non riesco davvero a immaginare qualcosa di più moralmente ripugnante)

barbara

AGGIORNAMENTO: qui.

Lascia un commento