Una risposta

  1. Mi si fa notare che dovrebbe essere stato il 4 febbraio. Io questa cosa l’ho ricevuta ieri con la preghiera di diffonderla “per lunedì”, e l’ho fatto. Vabbè, quello che conta è il pensiero, no? Dopotutto più o meno tutti noi, credo, abbiamo perso qualcuno a causa di questa malattia – io l’ho anche avuta, ma mi è andata bene – e un pensiero a chi non c’è più non credo che faccia male, anche se non era il giorno giusto.

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  2. Sì, è il 4 febbraio ma il pensiero davvero non fa male anche perché per me, per uno strano caso, è proprio il giorno giusto (è passato un anno).
    E diciamo anche: tanta tanta prevenzione, spingendo l’amico o il parente che ha un dubbio (e soprattutto in soggetti a rischio, per età o altro, in ogni caso), a controllare. Auguri a te e a tutti i compagni di sventura.

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  3. 4 febbraio o 4 giugno – non ha molta importanza. Penso che abbiamo tutti (io di sicuro) chi ricordare che ha avuto o ha anche adesso questa maledetta malattia – e a dire il vero non ho bisogno di una giornata “ufficiale” per pensare a loro…
    Un ricordo a chi non c’e’ piu’, e un caldissimo augurio a chi lotta adesso

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  4. le date hanno poco importanza, l’importante è parlarne perché spesso avendo questa malattia e ne parlo avendola si viene emargimati come se fosse contagiosa.probabilmente ne starò uscendo se il Signore vuole ma ringrazio tutti per l’intervento.ciao

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  5. Ma perché a noi del linfoma ci è capitato quel verdino? (Un Hodgkin e un non-Hodgkin, ho ancora la lettera di un laboratorio d’analisi a New York che mi definisce “very interesting and difficult case”. Ma ho vinto io. E ne sono uscita meglio di prima.)

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    • E io che sono bicolore, allora?
      Certo, con quella bestia è questione di prevenzione, è questione di cure, ma direi che è questione soprattutto di fortuna: a me è venuto uno di quelli che, presi in tempo, si risolvono sempre. Se invece becca fegato o pancreas sono sour pricks. E un pensiero a chi non ce l’ha fatta, che non è stato né meno bravo, né meno forte di noi, ma solo infinitamente più sfortunato. E un augurio, naturalmente, a chi è ancor ain mezzo al guado.

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