POI TI VENGONO A DIRE

col tono di sfida di chi sta facendo un mastodontico paradosso: “Quindi, secondo te anche l’Onu sarebbe faziosa?! Anche l’Onu sarebbe parziale?! Anche l’Onu sarebbe antisemita?!” Ebbene no: l’Onu non è faziosa, parziale, antisemita secondo me; l’Onu è parziale faziosa antisemita secondo i fatti
onu-israel
E poi vai a leggere qui, dove si parla di questi qui
palestinesi Siria
(clic per ingrandire) che sono palestinesi che stanno morendo di fame – di fame per davvero, non come quelli di Gaza – e di cui non frega niente a nessuno.
E se i fatti sono sotto gli occhi di tutti, altrettanto sotto gli occhi di tutti ne è la spiegazione, che è questa
membri onu
(qui) E vogliamo ricordare lo sconvolgente scandalo di Durban, dove sono stati fatti circolare perfino i Protocolli dei Savi di Sion? Ma sì, ricordiamolo! E vogliamo ricordare che l’Onu celebra la giornata di solidarietà col popolo palestinese, ossia la tragedia della nascita di Israele con tanto di carte geografiche in cui Israele è stata cancellata?
Giornata di solidarietà col popolo palestinese
Ma sì, ricordiamo anche questo. E dunque? Onu faziosa parziale antisemita secondo me? Ma non ditelo neanche per scherzo.

barbara

IL LAMENTO DEL PREPUZIO

Quando ero ragazzino, mi dicevano che quando fossi morto e andato in Cielo, gli angeli mi avrebbero portato in un grande museo pieno di quadri che non avevo mai visto prima, i quadri che sarebbero stati creati con tutto lo sperma artistico che avevo sprecato in vita mia. Poi gli angeli mi avrebbero portato in un’immensa biblioteca piena di libri che non avevo mai letto, i libri che sarebbero stati scritti con tutto il prolifico sperma che avevo sprecato in vita mia. Poi gli angeli mi avrebbero portato in un’enorme casa di preghiera con centinaia di migliaia di ebrei che pregavano e studiavano, gli ebrei che sarebbero nati se io non li avessi uccisi, sprecati, asciugati con un calzino sporco nel corso del ripugnante disastro della mia spregevole esistenza (ci sono grosso modo cinquanta milioni di spermatozoi in ogni eiaculazione. Fa più o meno nove Olocausti a ogni sega. Quando mi dissero questa cosa, stavo per entrare nella pubertà, o la pubertà stava per entrare in me, e commettevo genocidio, in media, tre o quattro volte al giorno). Mi dissero che quando fossi morto e andato in Cielo, sarei stato bollito vivo in gigantesche tinozze riempite con tutto il seme che avevo sprecato in vita mia. Mi dissero che quando fossi morto e andato in Cielo, tutte le anime di tutto lo sperma che avevo sprecato in vita mia mi avrebbero dato la caccia per l’eternità attraverso il firmamento. Non è necessario essere rabbini, per giocare a questo gioco – forza, provateci! – tutto quello che vi serve è terrore, istinto sanguinario e una vena ironica macabra e violenta. Ecco la mia: temo che Dio metta tutti gli spermatozoi sani, perfetti e di talento nelle prime eiaculazioni della vita di un uomo – futuro premio per chi ha esercitato il controllo sulle sue rivoltanti intenzioni – e che poi, man mano che gli anni passano e lui eiacula ancora e ancora (e ancora, e ancora, e ancora), la qualità dello sperma crolli. Quando è il momento, ormai restano solo gli scarti: quelli con gli occhi storti, quelli coi denti sporgenti, quelli con la mandibola in fuori, oppure in dentro, quelli coi piedi piatti, quelli con le dita palmate, gli idioti, gli infingardi, i criminali, i ritardati, i fessi, i deficienti, i bastardi. Sarebbe proprio da Lui.

Secondo il sito NoVeal.org, “i vitellini vengono tolti alle madri e con una catena al collo vengono stipati in casse larghe appena sessanta centimetri. Non possono girarsi, distendere le zampe e nemmeno sdraiarsi comodamente». Come in una yeshiva, o in una madrasa, o in una scuola cattolica. Tranne per la parte “tolti alle loro madri», beati quei vitellini.

Ecco la parte migliore:
«Cosa c’è?» chiede Orli.
«Niente.»
«Non ti va?»
«Figurati.»
Imbarazzo.
«Ti dispiace se ci provo?» chiede lei.
Finisce rapidamente.
«Sei dotata» dico io.
Lei ride e si stacca da me.
lo faccio dondolare le gambe giù dal letto. Le persiane sono aperte e posso vedere la luna, le stelle, e dietro il buio cielo notturno, dove Dio siede sulla Sua veranda, ridendo di me. Ride e ride e continua a ridere. «Tutti questi anni di sperma sprecato senza una donna» dice ai Suoi compari che Lo circondano, «e adesso che ne ha una non riesce a venire!» Abramo ride e dà una pacca sulla spalla a Dio.
Bel colpo, Dio.
Scuoto la testa.
«Io non capisco» dico.» Si direbbe che sono stato abusato sessualmente.»
«Sei stato abusato teologicamente» dice Orli. «È molto peggio.»

Ecco, questo è Shalom Auslander, ebreo cresciuto in una famiglia rigidamente ortodossa (col padre che nasconde le riviste porno sotto il materasso e la madre con una intera collezione di vibratori, vabbè, nessuno è perfetto), che vorrebbe tanto non credere, perché non è logico, perché non è sensato, perché, soprattutto, non è per niente comodo, e tuttavia non può farne a meno; anzi, non solo crede: lui è assolutamente sicuro che Dio esiste. E ce l’ha con lui. Personalmente. Il risultato è una quotidiana battaglia per difendersi da questo Dio così insopportabilmente invadente – senza mai riuscire a vincerla, beninteso. In compenso ne fa una delle cose più esilaranti che vi capiterà mai di leggere.

Shalom Auslander, Il lamento del prepuzio, le fenici
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barbara

PRIGIONE IN IRAN

Per restare in tema, e perché si sappia di che cosa stiamo parlando, quando si parla di prigione in Iran.

Testimonianza di Zaynab Bayazidi
30 settembre 2013 – Nella sua prima testimonianza completa dalla sua fuga dall’Iran, l’ex prigioniera politica Zaynab Bayazidi – attivista curda per i diritti delle donne e dei bambini – descrive i suoi molteplici arresti, interrogatori e detenzione in esilio nella prigione di Maragheh in Iran. Nella sua dichiarazione, Bayazidi illustra accuratamente e dettagliatamente le scadenti condizioni igienico-sanitarie in prigione, le pratiche sessualmente coercitive negli interrogatori, i tentativi di suicidio dei detenuti, il trattamento dei bambini in carcere, gli abusi sessuali sulle prigioniere, violenza in carcere e altre situazioni e pratiche carcerarie che lei stessa ha sperimentato o di cui è stata testimone diretta.
  

Testimonianza di Omidreza Pourmohammadali Farashah
30 settembre 2013 – In questa testimonianza, Omidreza Pourmohammadali Farashah – blogger e attivista del movimento verde – parla del suo coinvolgimento nelle proteste post-elettorali del giugno 2009 in Iran. Egli descrive dettagliatamente il suo arresto a Yazd a causa della sua attività e il suo successivo trasferimento all’ala 2-Alef della prigione di Evin a Teheran. Ha trascorso 72 giorni nell’ala 2-Alef e 74 giorni nel reparto 350 della prigione di Evin, prima di fuggire infine dall’Iran nel dicembre 2011 dopo aver ricevuto una citazione dall’ufficio investigativo della Guardia rivoluzionaria di Yazd. (Qui, traduzione mia)



E non dimentichiamo il martirio di Zahra Kazemi
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e di Taraneh Mousavi.

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barbara

NEL CASO NON CI AVESTE FATTO CASO

usb
vi ci faccio fare caso io. Poi, per chiarirvi le idee su quelle “norme di diritto internazionale” di cui tante nostre conoscenze si riempiono la bocca, andate a leggere qui, e poi magari anche qui. Infine, in merito a quella terrificante apartheid in nome della quale bisogna assolutissimamente boicottare l’orrendissimo stato di Israele, pardon, entità sionista, leggete qui e beccatevi questa.
Niral Karantinji
barbara