Comincio con la nonna affranta
Certo che con tutta una famiglia così, povera ragazza, inutile provare a dire che hai paura, che hai tanta paura, che hai sempre più paura, che vorresti che lui sparisse dalla tua vita per non ricomparire mai più…
E a proposito di violenza sulla donne:
Forza, scendete in piazza per la Sierra Leone dove ci sono 10.000 stupri all’anno di ragazze sotto i 15 anni. Dove la sifilide cerebrale la fa da padrona, dove le bambine vengono drogate per subire lo stupro data l’anatomia non pronta ai rapporti sessuali.
Che aspettate?
Dove sta l’Onu? L’Unrwa?
Troppo impegnato con Israele?
La Sierra Leone non ha diritto ai diritti umani? Mentre le bambine lì muoiono, qui siamo occupati a combattere il patriarcato e Israele.
Insomma, praticamente così:
Poi c’è sempre chi proietta su di te le proprie perversioni sessuali
Qui.
Le ho chiamate perversioni sessuali in mancanza di un termine più adatto, ma sessuali non è il termine corretto, perché in questi casi il sesso, la soddisfazione sessuale non è lo scopo, bensì un mezzo: un mezzo per fare male fisicamente e per umiliare, per – come ha detto un prigioniero durante l’interrogatorio – “disonorarle”. E come si può chiaramente capire anche da queste testimonianze
E a proposito di queste violenze, due parole a Lucia Annunziata che ha visto le registrazioni, che ne è rimasta talmente sconvolta da non poter reggere fino alla fine, da sentire la necessità di denunciarle in un crudo e dettagliato articolo: dimmi, cara Lucia, adesso che hai visto coi tuoi occhi che cosa ESATTAMENTE fanno i tuoi beniamini sui civili innocenti – al punto da infierire perfino sui neonati – continuerai a trovare loro ogni sorta di giustificazione? Continuerai a scagliarti contro Israele chiamando crimini la sua lotta in difesa della vita? E prima di quest’ultima mattanza, di vederli direttamente in azione, non sapevi quello che facevano, che hanno sempre fatto da quando è nato l’islam senza mai smettere? E dimmi, così per curiosità, hai ancora…?
E inoltre
Emanuel Segre Amar
A proposito degli stupri del 7 ottobre (continuati poi magari sulle persone ostaggio dei nazi-terroristi.
Due particolari che iniziano a circolare.
Due donne tornate sono risultate essere incinte.
Su dei cadaveri di donne uccise sono stati trovati fino a 14 tipi di sperma.
Ma tutto ciò non interessa alle varie Boldrini and co. che sentenziano a ruota libera
(Nel caso qualcuno si chiedesse come mai gli sia venuta la bizzarra idea di andare a esaminare lo sperma: serve per identificare i responsabili fra i terroristi catturati e quelli che si stanno arrendendo a mandrie intere. Come si diceva una volta nei cortei: pagherete caro, pagherete tutto. Il tempo, oggi, non è più dalla vostra parte
No, decisamente no)
E come se non bastasse
DENTRO L’ABIEZIONE
«Sappiamo che alcuni bambini rapiti da Hamas sono stati abusati sessualmente. Non sono tra i piccoli che abbiamo in cura noi qui, si trovano in una delle altre strutture mediche che hanno preso in carico gli ostaggi minorenni dopo il rilascio». Lo dice all’Ansa Omer Niv, vice direttore dello Schneider children’s medical center, il primo e più grande ospedale pediatrico di Israele e del Medio Oriente. Nell’istituto sono in cura 19 piccoli ostaggi tornati alla libertà dopo 50 giorni di prigionia a Gaza. «Sono come fantasmi. Soffrono di depressione profonda grave, sono tristi, camminano lentamente, non vogliono uscire dalla stanza, scoppiano a piangere se vedono un estraneo, hanno paura, masticano il cibo lentamente, temono ogni rumore», racconta il dottor Niv.
Che non si nasconde dietro al pudore e ammette che anche i team di medici che curano i piccoli pazienti stanno andando avanti per tentativi, a secondo delle reazioni che raccolgono: «Non ci sono nella letteratura scientifica esempi in cui bambini piccoli, di 2, 3, 4 anni, siano stati rapiti, tenuti in posti claustrofobici, in condizioni igieniche estreme, separati dai loro genitori, nutriti a malapena, torturati con false notizie come la morte di papà e mamma anche se non era vero. Non c’è mai stata una terapia per questi danni. Perché non era mai successo niente del genere nella storia dell’umanità», osserva Niv. «Con psichiatri, psicologi, pediatri, sociologi, affrontiamo i bambini caso per caso. In un certo senso ci sentiamo impotenti. Una madre con due bambine di 3 anni è con noi dal momento del rilascio, vogliono restare qui: la loro casa è stata bruciata, il papà è in ostaggio a Gaza, non vogliono uscire. Questi bambini probabilmente avranno bisogno di essere curati e seguiti per tutta la loro vita», conclude il vice direttore dello Schneider children’s medical center.
E poi c’è lo zio Sam, il “migliore alleato di Israele” quando gli interessi di Israele coincidono coi suoi, altrimenti Israele si fotta, e che con Obama e Biden è diventato un sordido nemico.
Con la ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza, il segretario di Stato americano Blinken ha informato Israele delle restrizioni sotto cui gli Stati Uniti gli permetteranno di operare. Nessuno sfollamento della popolazione civile e meno vittime civili (anche se non ci sono numeri tranne quelli che provengono direttamente da Hamas). Nessun bombardamento su ospedali o scuole, anche quando sono di fatto santuari delle truppe di Hamas. Nessuna interruzione della fornitura di carburante, che Hamas utilizza per mantenere i suoi tunnel illuminati e ventilati. Tuttavia ci viene detto di finire la guerra in fretta, perché il nostro “credito” sta finendo. E nel caso qualcuno pensasse che un giorno i bambini israeliani avranno il diritto di dormire sonni tranquilli nelle comunità del Negev occidentale, ebbene, non dovrà esserci alcuna zona di sicurezza sul lato di Gaza del confine e nessun controllo di sicurezza israeliano su Gaza. La minaccia implicita è che se Israele esce dalla riserva, gli Stati Uniti non gli forniranno munizioni e pezzi di ricambio essenziali per i nostri sistemi d’arma americani, né porranno il veto alle risoluzioni ostili del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Non so come Israele abbia risposto a queste richieste fatte al nostro gabinetto di guerra dove il signor Blinken ha evidentemente il diritto di sedere. Ma so come penso che dovremmo rispondere. E quindi invio quanto segue:
Caro Segretario Blinken,
Apprezziamo il sostegno che riceviamo dall’America nella nostra guerra contro il genocida Hamas. Apprezziamo il fatto che sembriate capire che questi mostri devono essere rimossi dal potere a Gaza, da dove hanno promesso di ripetere ancora e ancora le atrocità commesse contro il nostro popolo il 7 ottobre, atrocità proporzionalmente venti volte maggiori di quelle perpetrate contro negli Stati Uniti l’11 settembre. Ma nonostante la vostra comprensione, insistete nel porre restrizioni su come possiamo combattere; di fatto, per noi, una micro gestione della guerra.
Parliamo francamente: ci state chiedendo, nel breve termine, di barattare la vita dei nostri soldati con quella dei civili di Gaza, e state misurando la nostra capacità di soddisfare questa richiesta con i numeri forniti da Hamas! Ci state chiedendo di combattere in un modo che, nella migliore delle ipotesi, sconfiggerà Hamas solo parzialmente. Dite di volere che Hamas venga rimosso dal potere, ma il probabile effetto del seguire le vostre istruzioni non sarà questo. Ci state chiedendo di combattere in un modo che gli americani non hanno mai perseguito, né mai perseguirebbero. Non è così che avete combattuto durante la seconda guerra mondiale, in Corea, Vietnam, Afghanistan e Iraq.
Sul lungo termine, ci state chiedendo di rinunciare all’intero Negev occidentale, che diventerà inabitabile per gli ebrei se non manteniamo il controllo di sicurezza di Gaza e se non possiamo stabilire una zona cuscinetto tra esso e la nostra popolazione. Aspirate addirittura a creare uno stato palestinese unificato e sovrano in tutta la Giudea, Samaria e Gaza, qualcosa che porterebbe in breve alla fine dello stato ebraico.
Noi non accettiamo le vostre restrizioni e la microgestione della guerra, e non scambieremo la vita dei nostri soldati con nessuno, né con gli abitanti di Gaza (che sostengono in stragrande maggioranza la violenza omicida contro gli ebrei, sia da parte di Hamas che di altri gruppi), e nemmeno con le fortune elettorali della fazione Obama-Biden del Partito Democratico.
Insistiamo sul fatto che quando la guerra finirà, dovranno essere create condizioni adeguate per la sicurezza del Negev occidentale. E dobbiamo informarvi che se metterete in atto la vostra minaccia di tagliare la nostra fornitura di munizioni e ricambi per le nostre moderne armi americane, saremo costretti a combattere in modi meno moderni e per molto più tempo [ma secondo me potreste anche scegliere di combattere in modi MOLTO più moderni, e per molto meno tempo]. La crisi umanitaria, come conseguenza diretta, sarà molto più grave e voi ne sarete responsabili. Perché non smetteremo di combattere quella che consideriamo una battaglia essenziale nella guerra per la sopravvivenza della nostra nazione e del nostro popolo, anche se dovremo combattere con le armi più primitive.
Noi non abbiamo scelta. Ma voi l’avete: potete sostenerci, o potete di fatto sostenere coloro che pensano che l’omicidio, la tortura e lo stupro siano tattiche non solo accettabili, ma lodevoli. Potete aiutarci a finire la guerra in fretta, oppure potete prolungarla, con tutto il dolore e la sofferenza che ciò comporta. Ma sappiate questo: in ogni caso Hamas non sfuggirà al giudizio.
Cordiali saluti,
praticamente tutti in Israele (qui, traduttore automatico con correzioni a aggiustamenti miei)
Scenario già visto. E l’altra volta la risposta c’è stata davvero
Nel frattempo
Emanuel Segre Amar
Ma guardate che strano: in un camion che portava aiuti ai civili di Gaza (ai civili, mica a Hamas: e se fosse la stessa cosa?) sono stati scoperti dei droni.
Mentre in casa nostra
A quanto pare, anche se il sindaco è cambiato, i sentimenti da quelle parti restano sempre gli stessi.
Ma voglio chiudere con due cose almeno relativamente positive. Questa è Amit Soussana,
quarant’anni, avvocato. Questo è il suo rapimento (qui)
E questa è di nuovo lei, 55 giorni dopo
E questa è Emilia Aloni di ritorno all’asilo
barbara