CORTOCIRCUITI

Galatea Vaglio

Quello che spesso il grande pubblico non sa è che il mondo, le città, i dispositivi di sicurezza e i mezzi di trasporto sono stati costruiti pensando ai maschi.
Le donne hanno caratteristiche fisiche differenti, ma di questo non si tiene conto.
Ci vengono date medicine testate su uomini, congegni di sicurezza tarati su uomini.
Se finiamo in pronto soccorso, spesso valutare i sintomi è più difficile perché i manuali sono stati scritti pensando a reazioni di maschi medi alla malattia.
Persino se abbiamo un incidente è più facile che siamo ferite. Ci tocca persino aspettare di più per le toilette, perché anche quelle sono pensate per i maschi e le nostre hanno meno posti [Non sarà che tocca aspettare di più perché alzare gonna o abbassare pantaloni, tirare giù collant, tirare giù slip, sedersi, e poi rifare tutto al contrario richiede più tempo che abbassare una cerniera ed estrarre l’attrezzo? Io comunque, quando sono visibili, non ho mai visto toilette maschili con più posti di quelle femminili].
Insomma noi donne non siamo mai pari agli uomini: è come se dovessimo costantemente vivere in un mondo che non è omologato per noi.
Nessuno ci pensa, ma la nostra fatica di vivere dipende da questo. Ed è invisibile.

Labodif

A misura di donna

Lei è #AstridLinder, svedese che si occupa di ingegneria automobilistica e sicurezza.

Ha lavorato sui crashtest sia degli uomini che delle donne durante gli incidenti stradali, con particolare attenzione alla sicurezza delle donne, che, chissà se lo sapete, corrono un rischio doppio.sch
Una donna ha il 47% di probabilità in più di rimanere gravemente ferita in un incidente e il 71% in più di rimanere ferita moderatamente. E ha il 17% di probabilità in più di morire [rischio doppio? Ah, la matematica questa sconosciuta]. Perché?
Perché il manichino utilizzato dall’industria è costruito sulla morfologia maschile e non tiene conto della distribuzione del peso e delle risposte dinamiche delle donne [? Non hai appena detto che ha lavorato sui crashtest SIA DEGLI UOMINI CHE DELLE DONNE?].
Le macchine sono guidate da uomini e donne ma progettate essenzialmente da uomini per uomini.
Linder ha sviluppato allora EvaRID, un manichino per crashtest femminile medio.
Per questo suo lavoro d’avanguardia è stata premiata “Donna di Valore” dalle giornaliste auto motive [ma l’italiano proprio non lo conosce, questa gente?] del Women’s World Car Of The Year.
In una recente intervista pubblicata da Repubblica ha detto:
“Nei regolamenti per i test di omologazione utilizzati in Europa, si afferma chiaramente che per i controlli tecnici è necessario utilizzare un modello di “uomo medio”. Finché i regolamenti dicono questo il cambiamento non avverrà. Le aziende seguono ciò che deve essere seguito, non si può chiedere nulla di più. Siamo riusciti a ottenere un finanziamento dall’UE, in cui abbiamo progettato un modello matematico e fisico di una donna e di un uomo medi, per lo sviluppo di una migliore valutazione della sicurezza… [e per le donne e gli uomini che non sono medi? Per la mia amica L. di un metro e 40? Per mia cugina che è uno e 94? Per mia zia che pesava un quintale e rotti? Tutti loro possono andare a farsi fottere?] Un lavoro che va avanti da più di 20 anni e non è finito. Spero che almeno nel 2030 arriveremo a valutare la protezione in caso di incidente sia per le donne che per gli uomini”.
Ci interessa il suo lavoro perché è parte del nostro. Non solo le macchine sono costruite a misura d’uomo. Ma il mondo stesso [in che senso?].
E Labodif vuole cambiare questa realtà.
E questa realtà cambierà.
Quanto più saremo attenti/e al valore sacro delle #differenze. Che sono l’essenza della meraviglia della vita.

Aggiungo qualche commento.

Viviamo in un mondo pensato per gli uomini e dagli uomini. Non siamo uguali a loro. Vogliamo solo pari opportunità.

Per la verità, la letteratura sulla minore qualità delle cure ed il ritardo nelle diagnosi melle donne é piuttosto corposa. Tanto che si é avvertito il bisogno di ragionare di “medicina di genere”.

E non poteva mancare…

“Se finiamo in pronto soccorso, spesso valutare i sintomi è più difficile perché i manuali sono stati scritti pensando a reazioni di maschi medi alla malattia”. Premesso che sono d’accordissimo con il fatto che esista una tradizione maschilista in molti settori (spesso eteronormativa), questa cosa, lavorando io con decine di medici, chirurghi e ospedali non mi risulta affatto, a parte il fatto che le donne medici sono prevalenti ormai tra gli under 40 agli uomini. Lei è proprio sicura di questa cosa? I manuali medico-scientifici e tecnici delle auto sono una cosa seria. Comunque mi pare un po’ leggero parlare di “maschi”. Uomini e donne è il termine corretto: maschi mi fa un po’ da asilo, un po’ infantile con tutto il rispetto. Attenzione alle condivisioni: spesso sul web si trovano contenuti che non sono scientificamente comprovati o riguardano una normazione in un determinato Paese.

mi mancava un maschio che si offende perché lo si chiama maschio. Tu sì che sei da asilo. E tu faccio presente che sono anni che si sa che la medicina è pensata sulle cure dei maschi e del corpo maschile. Solo che tu non lo sai perché leggi solo quello che conferma i tuoi bias culturali.

? E il gender? E il “io sono ciò che mi sento di essere”? E “ciò che mi determina non è quello che ho nelle mutande”? E gli asterischi e le schwa per rispetto a chi non si sente né uomo né donna? E il divieto di dire “donna” per non offendere i cazzomuniti travestiti? E i licenziamenti dei biologi che affermano che solo le donne possono partorire e avere le mestruazioni? Da dove salta fuori adesso – nelle stesse pagine, dalle stesse persone – l’esigenza addirittura di una medicina di genere? La rivendicazione della diversità del corpo femminile da quello maschile? Perfino della diversa reazione a una identica malattia? O cielo, sogno o son desta?
Aggiungo un po’ di disegnini, che non fanno mai male

E ricordiamo che l’aborto è un diritto universale, e le donne la smettano di illudersi di esserne le uniche destinatarie

E domani preparatevi, che meno ancora più forte.

barbara

A CAGARE, TUTTI DAL PRIMO ALL’ULTIMO

Un dettaglio nel quadro di 400 anni fa sconvolge gli osservatori: «È la prova di un viaggio nel tempo»

National Gallery di Londra: su una scarpa del bambino compare (incredibilmente) un marchio commerciale

Un quadro di 400 anni fa esposto alla National Gallery di Londra ha incuriosito gli osservatori, dopo che nelle ultime ore qualcuno ha notato un dettaglio insolito che potrebbe essere «il segno di un viaggio nel futuro». A dipingerlo nel XVII [diciassettesimo cosa?] è stato Ferdinand Bol. Nell’opera è raffigurato un bambino di 8 anni, che in primo piano regge un calice tra le mani [NO! Non regge un calice tra le mani: ha una mano posata sul calice che è posato sulla tavola! Capisco inventarvi le cose, ma addirittura raccontarci che stiamo vedendo una cosa diversa da quella che abbiamo davanti agli occhi, cazzo, bisogna essere più ritardati di un tricheco ritardato cieco e ubriaco, ma andate un po’ affanculo, va’]. Ma osservando con attenzione, si può notare un particolare decisamente curioso.

Il quadro e il dettaglio

Il bambino raffigurato nel quadro indossa una giacca e un mantello neri, una camicia bianca con maniche a balze, calzini ramati e stivali neri [stivali?! Ma stai concorrendo per il Guinness della deficienza?].
Tutto in linea con l’epoca, all’apparenza.
Tuttavia, controllando con un occhio più attento, si può notare che sulle scarpe del giovane appare un dettaglio che sembra un richiamo a qualcosa che non poteva esistere al suo tempo. Su una scarpa, infatti, appare un segno bianco, che sembra il celebre swoosh della Nike.
Tutto in linea con l’epoca, all’apparenza.
Tuttavia, controllando con un occhio più attento, si può notare che sulle scarpe del giovane appare un dettaglio che sembra un richiamo a qualcosa che non poteva esistere al suo tempo. Su una scarpa, infatti, appare un segno bianco, che sembra il celebre swoosh della Nike.

La sorpresa

A notare l’insolito dettaglio è stata Fiona Foskett, 57 anni, in visita alla galleria londinese con sua figlia Holly, 23 anni. «Le ho detto: ma quelle sono scarpe Nike!», racconta al The Sun [gran brutta bestia la menopausa]. Un portavoce della National Gallery ha dichiarato: «Siamo lieti che questa immagine abbia avuto un tale successo tra i nostri visitatori. Ha avuto successo anche tra i nostri follower, quando abbiamo pubblicato un Tweet chiedendo alle persone di vedere se potevano individuare un dettaglio più moderno nel ritratto».
Valerio Salviani, 21 Maggio 2023, qui.

Ora, le scarpe Nike sono così

o così

o così

La scarpa del bambino è questa

Naturalmente vi manderei a cagare anche se fosse uguale, ma dato che la scarpa del bambino non assomiglia neanche di striscio a quelle della Nike, vi ordino di cagare a spruzzo. E dunque signora Fiona, giornalisti che l’avete intervistata e portavoce della National: a cagare per primi.

I woke a cagare per secondi

E tra i woke da far cagare rientra a pieno titolo la sublime Galatea, aka Logorrea, aka Oca Signorina che sente il dovere di commentare da par suo (sua? suə?) questa foto

Galatea Vaglio

Ok, dico anche io la mia sulla polemica del giorno sul nudo della Ferragni.
Leggere i commenti sotto al post a me lascia perplessa [a me lascia perplessa? Laureata in lettere? Professoressa di lettere? Con master e dottorati di ricerca? Con un libro pubblicato per insegnare a parlare e scrivere correttamente in italiano? A me lascia perplessa?]. Perché mi sembra impossibile che nel 2023 ancora ci sia gente che si scandalizza per un nudo. Sono cresciuta in spiagge in cui quella [quella? Quella cosa?] era l’outfit ufficiale dell’estate: nessuno diceva nulla, e nessuna si metteva pudicamente le mani davanti al seno [in spiaggia: dice niente questo dettaglio?]. Per altro, ma a questo punto sarà un problema mio, io non capisco perché uno si debba sentire infastidito: un corpo nudo è un corpo, ce lo abbiamo tutti, sappiamo tutti come è fatto. Cresciamo con attorno statue di dee e dei nudi, i nudi sono persino nelle chiese [sicura?], e Michelangelo ci ha costruito su una carriera. Quindi, spiegatemi: perché? Perché ci sono decine di commenti che protestano, malignano, la insultano piu o meno velatamente? Perché una ragazzina di undici anni scrive un commento risentito, dicendo che “allora ci dici che per avere successo dobbiamo metterci nude anche noi?” Perché altri le dicono che come figli si vergognerebbero se vedessero le mamme così? Che mamme la criticano perché “eh ma ti seguono anche le ragazzine grasse, così le offendi”, figli lamentano che “eh mercifichi tutto”. Più che la Ferragni a me sembra che davvero abbiamo tutti un problema, un grosso enorme problema con il corpo, in generale, e quello femminile in particolare, ma con il corpo in generale. Un corpo dovrebbe essere solo un corpo, nudo, vestito, magro, in carne, bello, brutto. Basta con questa idea che non lo devo mostrare per dimostrare di essere intelligente, o lo devo mostrare per dimostrare di essere libera, o chissà che. Un corpo è un corpo, lo mostro se mi va, non lo mostro se non ho voglia, non dovrebbe far scandalo, non dovrebbe far vergognare figli o nipoti o sconosciuti se viene esposto, non certifica il fatto che io sia intelligente o scema, furba o stupida, santa o p******. È una cosa mia, punto e basta, come il viso, come i capelli, come le mani che ne fanno parte. Se lasciassimo finalmente che il corpo fosse un corpo, e ciascuni [ehm] potesse gestirlo come vuole, ma quanto meglio sarebbe la vita, ecco.

Cioè, secondo la Signorina, se in una giornata calda mi tiro su le maniche e scopro i gomiti o se tiro su la gonna e scopro la patata che, sempre per via del caldo, non è coperta dalle mutande, è esattamente la stessa cosa. Della deficienza, dell’insipienza, della cretinitudine, della totale incapacità di ragionare oltre che della stratosferica ignoranza in ogni campo dello scibile umano del soggetto in questione, si è già ripetutamente discettato in questo blog. A cagare a spruzzo per sei settimane di fila.

I comunisti a cagare per terzi

I guevaristi a cagare per quarti

I cultori della lingua italiana (con delega al latino) a cagare per quinti

Gli animalisti a cagare per sesti

(i difensori dell’orsa a spruzzo)

E qualcuno lo mandiamo a pisciare

Però, per onestà dobbiamo riconoscerlo, esiste anche qualche piddino intelligente

A seguire tutti gli altri che manderemo a cagare alla prossima puntata

E sempre a proposito di cagare

E concludiamo con una sana risata, che non guasta mai

barbara

PROCEDE A RITMO SERRATO L’ANNIENTAMENTO DELL’INFANZIA

“A 10 anni i bambini non possono attraversare la strada soli, ma possono cambiare sesso”

Alcuni pediatri coraggiosi rivelano il più grande scandalo medico del nostro tempo. “Diciamo loro ‘mangia sano e non stare al tablet’, poi gli diamo bloccanti della pubertà come fossero caramelle”

Viviamo in un tempo e in una civiltà molto strane, indicibili persino, che con il loro passo leggero corrono verso una nuova barbarie.
Nelle stesse ore in cui il famosissimo Cambridge Dictionary aggiornava la sua definizione di “donna” per includere “chiunque si senta tale” (questa settimana J.K. Rowling dice che siamo arrivati a credere a un “gender dell’anima”, sorta di nuovo animismo), una maestra di ballo della prestigiosa università parigina Sciences Po, dove insegnava da otto anni, è stata messa alla porta per essersi rifiutata di abbandonare termini come “uomo-donna”.
Valérie Plazenet era stato chiesto di sostituirli con “leader-follower”, per superare le antiquate, cisgender e patriarcali distinzioni di genere. Tutto inizia all’apertura dell’anno accademico. Sciences Po ha deciso di non usare più i termini “uomo” e “donna”. “All’inizio pensavo che avessero messo le categorie in inglese in modo che fossero più comprensibili per gli studenti stranieri”. E contro la nuova nomenclatura, Valérie decide di dividere gli allievi secondo le vecchie categorie. Arrivano le lamentele degli studenti, che parlano di “osservazioni sessiste, degradanti, discriminatorie e razziste”. Valérie si rifiuta di sottomettersi a tali ingiunzioni. Spiega loro che la danza è “un’arte della complementarietà” e che la natura fisica e biologica è fatta perché gli uomini ballino i ruoli di uomini e le donne i ruoli delle donne. “Con grande rammarico, ma in accordo con il mio desiderio di preservare la mia arte, il mio insegnamento e la mia libertà di amare la disciplina, non sarò la vostra insegnante nella seconda metà del 2022”. Così, dopo otto anni di servizio a Sciences Po, la docente preferisce andare in pensione piuttosto che sottomettersi agli imperativi del gender.
Adesso The Free Press, il magazine digitale dell’ex giornalista del New York Times Bari Weiss inaugurato questa settimana, pubblica una inchiesta terrificante su come quegli imperativi stiano corrompendo la medicina.
L’American Academy of Pediatrics (AAP, il massimo organo americano deputato alla salute dei bambini) ha istituito un comitato su “Salute e benessere LGBT” per “i bambini con variazioni di genere”. Quattro dei sei membri del comitato – Jason Rafferty, Brittany Allen, Michelle Forcier e Ilana Sherer – lavorano in cliniche pediatriche che prescrivono bloccanti della pubertà a bambini di 10 anni. La decisione, che rappresenta la posizione ufficiale dell’AAP, è stata scritta da un singolo medico, Rafferty, e non è stata rivista da nessun altro all’interno dell’organizzazione. Un medico veterano dell’AAP dice a The Free Press: “L’AAP pensava che i trans fossero la prossima crociata per i diritti civili e si è lasciata ingannare”. La maggior parte dei paesi europei non incoraggia la transizione sociale o fisica fino a quando la disforia di genere di un bambino non persiste da un po’ di tempo, in parte perché la disforia scompare da sola nella maggior parte dei casi, in particolare una volta raggiunta la pubertà. Molti paesi europei, tra cui Gran Bretagna, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi, stanno ora riducendo o eliminando completamente l’uso di bloccanti della pubertà nei bambini (l’ospedale di Stoccolma Karolinska non prescriverà più ormoni bloccanti della pubertà ai minori di 16 anni, perché questi trattamenti potrebbero avere “conseguenze negative irreversibili” e il Karolinska parla di rischi di infertilità, cancro, trombosi, malattie cardiovascolari). È solo grazie allo psichiatra David Bell, presidente della British Psychoanalityc Society, che la Tavistock Clinic di Londra ha dovuto chiudere. Bell ha sollevato le preoccupazioni di molti medici della clinica per il modo in cui si trattavano bambine e bambini. “Non potevo andare avanti così”, ha detto Bell al Guardian. “Non potevo più vivere sapendo del trattamento che veniva riservato ai bambini”.
Ma anche in America la questione è talmente strategica che metà degli stati ha già messo al bando a diverso titolo i trattamenti per il cambio di sesso dei bambini. “L’American Academy of Pediatrics afferma che i bambini sotto i 10 anni non possono attraversare la strada da soli”, dice a The Free Press un pediatra, “ma possono cambiare sesso”. Sulla maggior parte dei problemi – dalla dieta all’ora trascorsa davanti allo schermo dei tablet all’esercizio fisico – i pediatri incoraggiano regole di sicurezza precise ai bambini. Ma i bloccanti della pubertà sono distribuiti con grande facilità e il capo della clinica di genere del Boston Children’s Hospital, Jeremi Carswell, dice che sono “elargiti come caramelle” nella sua clinica.
Se non fosse una questione fondamentale di cultura e salute pubblica, sarebbe da riderne. Anche leggendo, dal Guardian, che le organizzazioni Lgbt che hanno rapporti con il governo dell’Inghilterra distribuiscono leganti per il seno alle bambine.
Il giornale israeliano Israel Hayom questa settimana parla con la dottoressa Miriam Grossman, psichiatra infantile e una delle poche in America che osa aprire bocca contro l’establishment medico: “Quello che sta accadendo negli ultimi anni è un’epidemia. Oggi, dall’età dell’asilo, i bambini imparano già che il loro corpo potrebbe non riflettere necessariamente il loro genere. I bambini dai cinque anni subiscono l’indottrinamento a scuola. Il risultato è un fenomeno sociale di ragazzi e ragazze che vogliono fare il cambiamento, a volte arrivano anche a farlo insieme come una tendenza di gruppo. Nel 2007 c’era un sola clinica in tutti gli Stati Uniti per minori. Oggi ce ne sono 300. E c’è una nuova lingua all’opera, che dieci anni fa non esisteva. Un giovane è venuto a trovarmi e ha detto che ha un nuovo amico e mi è proibito chiedere se quell’amico è un ragazzo o una ragazza. L’atto stesso di porre una domanda del genere è discriminazione. Vedi? Hanno indottrinato un’intera generazione. Quando i genitori scoprono che i loro figli hanno subito il lavaggio del cervello, è già troppo tardi per fare qualsiasi cosa. Di conseguenza, dico a chiunque legga: per favore, tenete d’occhio i vostri figli”.
La scrittrice inglese J.K. Rowling, al centro di un linciaggio planetario perché da femminista rigetta l’ideologia gender, ha affermato che è in corso uno “scandalo medico”. “Da quando ho parlato della teoria dell’identità di genere ho ricevuto migliaia di email, più di quante ne abbia mai ricevute su un singolo argomento. Molte provengono da professionisti che lavorano nel campo della medicina, dell’istruzione e dell’assistenza sociale. Tutti sono preoccupati per gli effetti sui giovani vulnerabili. La triste verità è che se e quando scoppierà lo scandalo, nessuno che attualmente tifa per questo movimento sarà in grado di affermare in modo credibile ‘non avremmo potuto saperlo'”.
Sapevamo, sapevamo, ma abbiamo scelto di sacrificare questi bambini sull’altare di un’ideologia che non ha precedenti nella storia umana. Come spiega la giornalista francese Eugenie Bastie in una conferenza questa settimana all’Académie des sciences morales et politiques di Parigi, “negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Europa, uomini e donne vengono espulsi dalle università, vedono soppresse le loro lezioni e talvolta, è successo, bruciano anche i loro libri, perché hanno osato affermare che esistono solo due sessi e non puoi passare dall’uno all’altro come se stessi cambiando camicia. A Mosca, Pechino, Bamako o Delhi, nella parte non occidentale del mondo, la gente la pensa sicuramente in modo molto diverso. L’umanità ha sempre cercato di costruire a partire da questo dato biologico che è la differenza tra i sessi. Noi siamo la prima civiltà che vuole decostruirla”.
Per questo devono portare avanti questo macabro esperimento sui bambini? Per rifare l’uomo nuovo?
Basta sfogliare il libro di Paul B. Preciado, Dysphoria mundi. Preciado, che sette anni fa si chiamava ancora Beatriz, è uno dei più importanti filosofi contemporanei nel campo degli studi di genere (ovviamente è stato elogiato da un rottame ideologico del giornalismo italiano come L’Espresso). A leggerlo si soccombe a una sincope. Il libro si apre con l’incendio di Notre-Dame, una visione meravigliosa per Preciado, una metafora della nostra civiltà che desidera veder scomparire. “Questa cattedrale si potrebbe chiamare capitalismo, patriarcato, riproduzione nazionale, ordine economico… oggi brucia”. Tutte le barriere devono scomparire.” Interiore esteriore. Sano tossico. Uomo donna. Bianco nero. Nazionale straniero. Culturale naturale. Umano animale. Pubblico privato. Digitale analogico. Vivo morto”. Il trans è il futuro. “Migliaia di giovani stanno iniziando a disidentificarsi con questo regime di potere e conoscenza”. E chiede Preciado, molto seriamente: “Come sarà il mondo non binario?”.
Qualcuno sarà ansioso di scoprirlo. Io, no. E spero neanche i miei figli.
Giulio Meotti

La cosa strana, all’interno di tutto questo, è che vedo in giro una miriade di articoli e articolesse con studi – non importa se documentati o no, ragionevoli o no, fondati o no – sui soldi che girano intorno a “BigPharma” o altro del genere, ma non mi sembra di averne visti sul giro di soldi che gravita su questa gigantesca macchina di programmata e sistematica distruzione dei nostri bambini.

barbara

DOVE STIAMO ANDANDO?

 

2022, l’anno in cui ci hanno tolto anche la libertà di dire che si nasce maschi o femmine

Questa settimana libri e film critici del gender sono stati cancellati in tutta Europa. Un anno vissuto pericolosamente per chi non bacia le scarpe ai fanatici liquidi e non si sottomette al loro caos

Quali libertà di critica ci restano? Criticare l’Islam? Dipende da quanto coraggio si possiede. Criticare l’immigrazione di massa? Se si è pronti a parare i fulmini dei benpensanti. Criticare Greta e le assurdità del movimento ecologista? Se si accetta di passare per irresponsabili. Criticare la “fine della storia”? Se non ci viene una sincope a farsi dare di realisti. Criticare l’aborto al nono mese, l’utero in affitto o la selezione eugenetica? Se non si ha paura di finire su una virtuale Isola del Diavolo, novello capitano reazionario. Criticare la cancel culture? Se si riesce a mangiare senza il conformismo. Ne avevamo una, di libertà di critica, banalissima, che se non ce l’avessero messa in discussione non ci saremmo neanche accorti che era una libertà: ricordare che si nasce maschi o femmine. Il 2022 sarà invece ricordato come l’anno in cui l’abbiamo praticamente persa, costretti a ingurgitare un dogma a colori confetto che domina ormai le nostre vite. La psicologa clinica Erica Anderson ha twittato che l’impennata transgender in Occidente “sfugge a qualsiasi spiegazione… Sta succedendo qualcosa che ancora non capiamo”.
Già…
Mentre in Iran si arrestavano registi e attori critici del regime dei mullah islamici, gli attivisti transgender questa settimana riuscivano a far cancellare la proiezione di un film critico del gender in un famoso campus universitario europeo, dopo aver fatto irruzione in un’aula per impedire che l’evento si svolgesse, racconta il Telegraph. La proiezione di Adult Human Female, un documentario che sfida l’ideologia transgender nel Regno Unito, è stata organizzata dal gruppo Academics for Academic Freedom dell’Università di Edimburgo. L’istituzione di 439 anni è conosciuta come una delle case dell’Illuminismo scozzese. Numerosi attivisti hanno occupato un’aula magna a George Square, impedendo che vi si svolgesse la proiezione. Quando gli organizzatori hanno tentato di spostare l’evento in una sede alternativa, altri attivisti sono entrati e alla fine la proiezione è stata cancellata. Nel paese che ci ha dato David Hume…
Nelle stesse ore, a Bruxelles, due accademiche erano state invitate al Café Laïque (un importante ritrovo letterario) per discutere di “derive del movimento transgender”. La psichiatra infantile Caroline Eliacheff e la professoressa Céline Masson dovevano parlare del loro ultimo saggio, La Fabrique de l’enfant transgenre, che mette in guardia sul condizionamento psicologico dei minori. In diverse occasioni, Caroline Eliacheff era già stata intimidita e le sue conferenze annullate: a Lille dove le è stato impedito di parlare, a Parigi dove c’è stata la cancellazione di un evento e a Lione, dove uno dei suoi interventi è stato spostato con urgenza. Una ventina di uomini incappucciati a Bruxelles ha lanciato vasi di terracotta contenenti rifiuti ed escrementi contro il pubblico.“Non sono più in pace da nessuna parte”, si rammarica Caroline Eliacheff dopo il nuovo incidente. “L’unica soluzione per me è essere presente di sorpresa agli eventi, come durante un simposio alla Facoltà di Medicina di Parigi, o chiedere un corpo di polizia come è avvenuto a Issy-les-Moulineaux dove le autorità hanno controllato i partecipanti uno per uno”. Nelle stesse ore, a Tolosa, un’opera teatrale critica del gender veniva cancellata.
Lo scorso maggio il comico Dave Chappelle è stato aggredito e buttato a terra mentre si esibiva a Los Angeles. L’aggressore aveva con sé una pistola giocattolo e un coltello. Qual è la “colpa” di Chappelle? Aver irriso l’ideologia transgender. Se non bastasse, Chapelle è stato cancellato da parte dei teatri americani. La frase più incriminata di Chappelle? “Ogni essere umano in questa stanza, ogni essere umano sulla Terra, ha dovuto passare attraverso le gambe di una donna”.
“Gli scienziati che rifiutano di allinearsi all’ideologia transattivista sono stati rimossi dalle conferenze” dice a Le Point la saggista americana Abigail Shrier, l’autrice di Irreversible damage, che dirigenti dell’American Civil Liberties Union, la storica organizzazione dei diritti civili, hanno chiesto di bandire e, come racconta l’autrice sul Wall Street Journal, docenti si sono spinti a dire: “Incoraggio a bruciare il libro di Abigail Shrier su una pira”. “Altri ricercatori non sono stati in grado di pubblicare i loro studi” continua Shrier a Le Point. “Anche la semplice corrispondenza su riviste, le lettere alla redazione sono state rifiutate. E a questo si aggiunge tutto il continente nero dell’autocensura. Negli Stati Uniti, e in effetti in tutto il Nord America, abbiamo un gruppo di attivisti molto energico e molto potente, tanto che sono in grado di ostacolare i buoni scienziati e la buona ricerca. In effetti, penso che sia molto difficile, se non vivi negli Stati Uniti, capire tutto il terrore che provocano questi militanti. Molte persone oggi hanno semplicemente paura di dire cose che sanno essere vere. Principalmente perché hanno paura di essere licenziati. Hanno paura che i loro libri scompaiano da Amazon, come è successo a me. In America, nel nostro tempo, i libri stanno scomparendo.
Fa parte della nostra realtà. Sai, quando hai passato così tanti anni a sviluppare una carriera, che sia in medicina o nella ricerca o altro, e puoi essere licenziato per aver detto quello che pensi, si crea davvero una cultura in cui le persone hanno paura di dire la verità. Sono terrorizzati e questo è perfettamente comprensibile”. Va da sé che il libro di Shrier non sia mai stato tradotto in Italia, il paese, più che della censura, del conformismo ammorbante.
In Svezia un professore veniva intanto licenziato per il suo rifiuto di chiamare uno studente “non binario” con hen, il pronome neutro, perché contrario alla sua fede cristiana. In Irlanda, invece, trascorrerà il Natale in prigione l’insegnante Enoch Burke che ha preferito violare le regole della scuola e un ordine del giudice pur di non usare i pronomi neutri. Hadley Freeman, penna ironica e appassionata del Guardian, se ne andava dal suo giornale, dopo 22 anni di onorato servizio. “Hai detto che entrambi i lati del dibattito sul gender sono ugualmente appassionati, ma che solo una parte richiede la censura” aveva scritto alla direttrice. “Ecco, mi sembra che sia questa fazione ad aver vinto”. Infine, si registravano dimissioni in massa dal sindacato scrittori britannico. Una fonte che ha lasciato l’organizzazione ha detto al Telegraph: “La società ha capitolato a un’ideologia in cui non sembra più essere disposta a sostenere qualsiasi autore che ritenga colpevole di ‘pensare sbagliato’”. Cosa è accaduto nell’amena provincia anglosassone, altrimenti nota per istituti all’avanguardia nella ricerca, popolazione istruita e liberal come si conviene?
Un 2022 sicuramente interessante per chi osserva il rapido disfacimento della democrazia occidentale sotto i colpi di un politically correct che non è mai stato tanto arrogante, quindi debole e autodistruttivo. Conferenze accademiche cancellate, presentazioni di libri attaccate, visioni di film annullate, insegnanti licenziati e finiti nei guai con la giustizia, aggressioni nei teatri, dimissioni forzate…Cos’altro ci serve per capire che nell’anno che sta finendo è successo qualcosa di incredibile, la messa in discussione della libertà di pensiero e di parola su quello che fino a ieri era considerato banale “consenso”, ovvero che ci sono solo due sessi, che ci si può chiamare e vestire come si vuole ma che imporre questo relativismo maniacale a tutta la società è il segno di uno strisciante totalitarismo?
Giulio Meotti

E di documenti come questo, con episodi identici riguardanti altre persone e altri luoghi, ne ho in archivio qualche centinaio.
Poi ci sarebbe il prete contrario all’aborto, e per questo sostenitore di Trump che è contrario all’aborto, a differenza del cattolico Biden che lo sostiene a spada tratta, e per questo sospeso a divinis dal Vaticano.

E in questa gara a chi perde più in fretta la propria identità, direi che ci sta bene l’intervento di Giorgia Meloni alla celebrazione della prima sera di Chanukkah (tappandoci le orecchie su Ucraina e tetto: vabbè, la perfezione non è di questo mondo).

barbara

SPIGOLATURE 5

Titoli urlati: 1000 sindaci vogliono che Draghi resti

A parte questo, il compito istituzionale dei sindaci è far funzionare i propri comuni: a quale titolo mettono il becco sulla Presidenza del Consiglio? E, a proposito del Consiglio dei Ministri:

E se questo consiglio non piace loro, dato che con tutti i problemi che hanno soffriranno sicuramente di ansia, ne ho un altro:

Un problema comune a tutti noi è invece il riscaldamento climatico, questo innegabile riscaldamento climatico che qualche folle si ostina a negare,  e di cui abbiamo l’inconfutabile prova in questi giorni, con questo caldo africano con temperature mai viste prima

e la conseguente siccità

Alle immagini aggiungo una condivisibile considerazione

Giovanni Bernardini

Due immagini: un giornale del 19 luglio 1964 in cui si parla di ondata record di calore ed una petizione di oggi, in cui si invita la gente a firmare contro i fiumi in secca.
Interessante ed estremamente significativo uno dei commenti a questa seconda immagine:
“Il pianeta ci sta’ restituendo tutto il male, che da decenni gli stiamo arrecando !! “
Non si sa se ridere o se piangere. Il “pianeta” trasformato in una persona vendicativa e, diciamolo pure, un po’ stronza. Noi gli facciamo del male e lui cosa ti combina? Ci ricambia con una bella siccità.
Dove oggi ci sono le Dolomiti un tempo c’era il mare. In certi periodi i ghiacci arrivavano sin quasi ai tropici, Fra qualche milione di anni il sole collasserà e il “pianeta” sarà distrutto o diventerà una landa priva di qualsiasi forma di vita. E di tutto questo “il pianeta” se ne fregherà altamente, perché per “lui” che ci sia caldo o freddo, che esista o non esista la vita è qualcosa di assolutamente indifferente.
Non per certi adepti della nuova religione pseudo ambientalista. Loro pregano per i ghiacciai, firmano petizioni contro la siccità, e chiedono scusa al “pianeta” per il male che gli facciamo.
E sperano che diventi un po’ meno suscettibile.
Penoso…

E a proposito delle cose che i folli si rifiutano di credere, aggiungo l’efficacia dell’omeopatia

Sono invece rimasti ormai in pochi a credere che

E ora vi porto a visitare un Paese molto intelligente:

E guardate la reazione dei crucchi quando Trump li avverte che si stanno legando mani e piedi alla Russia e che non andrà a finire bene:

D’altra parte lo sappiamo che i crucchi sono quelli che regolarmente cominciano le guerre e regolarmente le perdono. Perché? Perché sono crucchi! Dall’altra parte in compenso abbiamo un Biden che in Israele ancora una volta porge la mano all’aria e a Yad Vashem invece che di “horror of Holocaust” parla di “Honor of Holocaust”.

E vogliamo parlare dei contorcimenti mentali in fatto di sesso, genere, percezione e altre analoghe cazzate?

Fino all’orrore supremo

Non che questo sia granché da meno

Fulvio Del Deo

Dal canale di Maria Zakharova

Rachel (Richard) Levine – Ammiraglio, Assistente Segretario di Stato per la Salute transgender, MSNBC 18 luglio 2022
Corrispondente: Lei ha recentemente chiesto che le leggi siano scritte e che le dichiarazioni pubbliche siano fatte sulla base di prove scientifiche e un senso di compassione, non di speculazioni. Di recente hai interagito con giovani transgender della Florida, ci racconti di cosa hai parlato con loro?
R. Levin: I giovani transgender sono molto vulnerabili. Sono perseguitati e vittime di bullismo nelle scuole in cui vivono. Ora sono oggetto di attacchi motivati politicamente a causa delle azioni di alcuni stati dirette contro di loro. Queste azioni non sono basate sulla scienza, sono motivate politicamente.
Pertanto, dobbiamo aumentare la capacità di utilizzare i bloccanti della pubertà per questi bambini e di operarli in base al sesso approvato.

Non è nemmeno più eugenetica. Questo è vero fascismo liberale. Qualcuno “affermerà” il sesso del bambino, bloccherà la pubertà naturale e quindi eseguirà un’operazione mutilante.
E sempre in tema di politicamente corretto

Questa potrebbe sembrare satirica, ma è tragicamente autentica

E questa la naturale conclusione di tutta la baracca

Chiudo la rassegna con gli effetti collaterali del ringiovanimento

che comunque, effetti collaterali a parte, è se non altro un filtro di qualità decisamente migliore (e usato con maggiore accortezza) di quelli usati dalle oche narcisiste

e con una comprensibile domanda

E visto che il tema più gettonato resta sempre quello dei cambiamenti climatici, vi propongo le quattro stagioni (no, non la pizza), che come cambia il clima da una stagione all’altra, ragazzi, roba da paura.

barbara

uzova zhulin

GENDER? NO, GRAZIE

La tragica storia di David Reimer, il bambino cresciuto come una bambina

Una storia vera, un esperimento finito male: il sesso biologico non è qualcosa che si possa manipolare a piacimento fin dalla giovane età

Recentemente ha fatto discutere il caso di Keira Bell, ventitreenne pentita di aver cambiato sesso a 16 anni. La ragazza ha deciso di fare causa alla clinica Tavistock and Portman NHS perché – a suo giudizio – le autorità mediche avrebbero accettato con troppa leggerezza di realizzare il suo desiderio di cambiare di sesso.
Questo caso tragico dovrebbe far riflettere e aprire un serio dibattito sul tema del cambio di sesso precoce. Il sesso biologico non è un semplice “accidente”, qualcosa che si può cambiare a piacimento, come una parte dell’ideologia arcobaleno si ostina a propagandare.
Per rispondere all’ideologia occorre parlare di storie vere. Una di quelle che vale la pena conoscere è la storia di David Reimer, raccontata da John Colapinto nel libro “Bruce, Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza” (San Paolo, 2014).

I gemelli Reimer

Il 22 agosto 1965 nacquero a Winnipeg (Canada) due gemelli monozigoti: Bruce e Brian Reimer, figli di Ron e Janet. Dopo il compimento del loro settimo mese, la madre si accorse che i due provavano dolore quando urinavano, notò che i prepuzi sembravano stringersi rendendo difficoltosa l’espulsione dell’urina. Il pediatra spiegò che avevano un problema chiamato fimosi, facilmente risolvibile con la circoncisione.
I genitori portarono i gemelli in ospedale per l’intervento, il primo fu Bruce, ma a causa di un errore l’operazione andò male e il pene del bambino venne letteralmente carbonizzato. Dopo l’incidente i medici decisero di non operare il fratello Brain. Ron e Janet fecero visitare Bruce da diversi specialisti, tutti arrivavano alle stesse conclusioni: il recupero del pene come organo funzionale era fuori questione, potevano solo ricostruire un semplice condotto urinario.
Il dolore dei genitori crebbe con la guarigione spontanea del fratello Brian. Dieci mesi dopo l’incidente, nel febbraio del 1967, Ron e Janet videro in televisione lo psicologo John Money, il quale parlava dei miracoli della trasformazione di genere in corso al Johns Hopkins Hospital di Baltimora.
Ad attirare ulteriormente la loro attenzione fu l’arrivo in trasmissione della signora Diane Baransky, nato uomo col nome di Richard. Ron e Janet non credevano ai loro occhi, quella che a tutti gli effetti era una donna, quattro anni prima era un uomo. Il messaggio di Money era semplice: il sesso con il quale una persona nasce non ha importanza, si può scegliere di cambiarlo. Janet decise di contattare Money.

Profilo di John Money

All’epoca John Money era l’indiscussa autorità mondiale in tema di ripercussioni psicologiche dei genitali ambigui, ed era noto per la fondazione della pioneristica clinica per la chirurgia transessuale del John Hopkins. Conoscere la sua vita, ci aiuta a comprendere il personaggio.
L’infanzia di Money venne segnata dal rapporto burrascoso col padre, uomo violento che lo frustò all’età di quattro anni per aver rotto una finestra. Da quel momento, scrive lo stesso John, si consolidò in lui un rifiuto della “brutalità della virilità”. Il padre morì quattro anni dopo. Crebbe con la madre e le zie nubili.
In casa si parlava male degli uomini, al punto che Money soffriva “la colpa di essere maschio”, e più tardi arrivò ad affermare “mi chiedevo se il mondo non sarebbe stato un luogo migliore per le donne se non solo gli animali da allevamento, ma anche i maschi umani fossero stati castrati alla nascita”. [Certo che questo va forte in logica]
In piena rivoluzione sessuale Money promuoveva il matrimonio aperto, il nudismo e altre forme di cultura sessualmente disinibita, ad esempio scrisse che “il gruppo bisessuale può essere altrettanto soddisfacente a livello personale che una relazione di coppia”.
Money affermava pubblicamente che il tabù della pedofilia sarebbe scomparso in futuro. Nel 1987 scrisse una prefazione “piena di ammirazione” al testo “I ragazzi e i loro contatti con gli uomini”, scritto dal professore olandese Theo Sandfort, scrive Money “per coloro che nasceranno e riceveranno la loro istruzione dopo il 2000, noi rappresentiamo la loro storia ed essi saranno sconcertati dalla nostra presuntuosa e moralistica ignoranza dei principi dello sviluppo sessuale ed erotico nell’infanzia”.
Money sosteneva la teoria secondo cui alla nascita vi era una “neutralità psicosessuale” e che il sesso poteva essere cambiato a piacimento. Scrive Colapinto:
“Money proponeva una visione secondo la quale gli esseri umani sviluppano una percezione di sé come maschio o come femmina a seconda che siano vestiti di azzurro o di rosa, che sia dato loro un nome maschile o femminile, che vengano fatti loro indossare pantaloni o abitini, che si diano loro armi o Barbie per giocare”.
Per Money i bambini – dal punto di vista psicosessuale – sono tabulae rasae. Lo psicologo godeva di notevole autorità, riceveva finanziamenti pubblici per le sue ricerche.

Bruce diventa Brenda

I genitori di Bruce parlarono con Money. Per lo psicologo cambiare il sesso del bimbo era l’unica soluzione. Spiegò che dopo l’operazione avrebbe avuto una vagina perfettamente funzionale “idonea per avere rapporti sessuali e per il piacere sessuale, incluso l’orgasmo”. Non avrebbe potuto avere figli, ma sarebbe cresciuto psicologicamente come una donna.
Ciò che Money non disse ai genitori di Bruce era che si trattava di una procedura puramente sperimentale, fino a quel momento le operazioni di “riassegnazione sessuale” erano state eseguite solo su bambini ermafroditi, Bruce sarebbe stato il primo a subire l’operazione avendo genitali e sistema nervoso normali. Money assicurò l’efficacia della procedura.
Ron e Janet si convinsero, iniziarono a lasciar crescere i capelli del bambino e a chiamarlo Brenda. Il 3 luglio 1967 Bruce fu sottoposto a castrazione chirurgica. Money impose ai genitori di non svelare mai la verità a Brenda, non doveva sapere di essere nato maschio.
Ron e Janet la trattavano come una bambina, dai vestiti ai giocattoli, tuttavia, fin dall’inizio Bruce-Brenda rifiutava i vestitini, orinava in piedi, non voleva farsi truccare dalla madre, preferiva giocare con i maschietti con macchinine e armi giocattolo; anche se fisicamente sembrava una bambina, quando parlava, si muoveva, camminava o gesticolava, la femminilità svaniva. Il dissidio tra corpo femminile e mente maschile portò Brenda ad avere difficoltà a socializzare con i suoi coetanei, veniva continuamente presa in giro.
Quando Janet comunicava le inclinazioni maschili di Bruce-Brenda a Money, lo psicologo rispondeva che si trattava di un semplice “comportamento da maschiaccio”. La madre trovava confortante questa spiegazione e cercava di autoconvincersi che tutto sarebbe andato per il meglio.
Money riportò il caso dei gemelli Reimer in un libro “Uomo, donna, ragazzo, ragazza” (1972) e in conferenze in cui descriveva l’esperimento come un grande trionfo. Due gemelli nati maschi, di cui uno cresciuto con successo – cosa non vera – come una femmina, confermava la sua tesi secondo cui i fattori primari che guidano la differenziazione psicosessuale sono l’apprendimento e l’ambiente, non la biologia. La tesi di Money venne ripresa da manuali di sociologia e utilizzata dal movimento femminista per contestare la base biologica delle differenze sessuali. Convinzioni che si basavano su di una menzogna.
Ogni anno Money interrogava i gemelli per controllare gli sviluppi. Fin da quando i fratelli Reimer avevano sei anni, lo psicologo poneva domande sessualmente esplicite, mostrava immagini di adulti nudi e chiedeva ai gemelli di spogliarsi, di ispezionare i genitali l’uno dell’altro e di simulare i movimenti dell’accoppiamento mentre Money li fotografava. Era convinto che i giochi sessuali aiutassero a formare una identità sessuale.
Inoltre, consigliò ai genitori di avere rapporti sessuali davanti i figli. Janet si rifiutò categoricamente, tuttavia iniziò a girare nuda in casa per essere vista da Brenda. Lo scopo era quello di convincerla a sottoporsi all’operazione chirurgica per sistemare la sua vagina. Nonostante ciò, la ragazza continuava a rifiutare l’operazione. Non voleva essere una femmina.
I genitori, quando Brenda aveva sette anni, capirono che l’esperimento stava fallendo, ma non potevano tornare indietro. Continuavano a seguire i consigli dello psicologo. A dodici anni dovevano convincerla ad assumere gli estrogeni, ormoni femminili che avrebbero simulato gli effetti della pubertà femminile. Anche su questo, Brenda non voleva saperne di assumere farmaci e farsi crescere il seno, “non voglio indossare un reggiseno”, disse al padre la prima volta che parlò degli estrogeni.
Money mise in testa a Brenda che se non avesse preso i farmaci i suoi arti sarebbero cresciuti in modo sproporzionato. Dopo un po’ venne convinta a prendere i farmaci. Oltre alla crescita del seno, cambiò la voce che invece di diventare femminile, era sempre più simile a quella del fratello Brian. All’epoca nemmeno i medici sapevano spiegare il perché.

Brenda diventa David

Brenda continuava a rifiutare l’operazione di chirurgia vaginale e non dava alcun segno di femminilità. Viveva male nel suo corpo e questo creava disagi in famiglia. Nel 1980, quando Brenda aveva quindici anni, il padre le disse la verità. Brenda esternò subito la sua voglia di tornare al suo sesso biologico originale. Decise anche il suo nuovo nome maschile, David come “il ragazzo che affrontò un gigante alto due metri e mezzo. Mi ricordava il coraggio”.
Iniziò a fare iniezioni di testosterone, si sottopose a mastectomia bilaterale (asportazione chirurgica delle mammelle). La famiglia Reimer interruppe i rapporti con Money, quest’ultimo smise ben presto di parlare del caso Brenda e successivamente giustificò il fallimento dell’esperimento con la religiosità di Ron e Janet, un’altra menzogna dal momento che nei rapporti di Money emergono sempre giudizi positivi sulla gestione della transizione da parte dei genitori.
In preda alla rabbia, David comprò una pistola per uccidere il medico che gli aveva carbonizzato il pene. Quando si trovò davanti l’uomo che gli aveva rovinato la vita, il medico iniziò a piangere e David rinunciò alla sua vendetta.
Il 2 luglio 1981, un mese prima di compiere sedici anni, David si sottopose ad un intervento chirurgico per la creazione di un pene rudimentale. Venne ricoverato diciotto volte in un anno e negli anni successivi venne ricoverato con regolarità. David per i due anni successivi trascorreva gran parte del suo tempo nascosto nello scantinato. Quando riuscì regolarmente allo scoperto, i due gemelli inventarono una storia: Brenda era morta in un incidente aereo, David era il cugino di Brian, i suoi continui ricoveri servivano a curare le ferite riportate in un incidente in moto.
I problemi non erano finiti, a diciotto anni si ritrovava con un pene che non aveva l’aspetto di uno vero e non poteva avere un’erezione. Quando iniziò ad uscire con una ragazza, per non andare oltre i baci, beveva tanto e utilizzava sempre la scusa “sono stanco, sto per svenire”. Una volta si ubriacò per davvero e svenne, al suo risveglio trovò la ragazza con una strana espressione, capì che aveva guardato tra le sue gambe. Gli raccontò dell’incidente. Nel giro di qualche giorno, lo sapevano tutti.
Tornò il vecchio incubo, al suo passaggio seguivano risatine, borbottii, prese in giro. Decise di togliersi la vita con una dose massiccia di antidepressivi presi dalla madre. Quando i genitori lo trovarono disteso sul letto, Janet pensò di lasciarlo morire perché la sua era una vita segnata dalla sofferenza, ma subito ci ripensò e insieme al marito, portarono David in ospedale.
Una settimana dopo provò di nuovo a suicidarsi ingerendo gli antidepressivi per poi dirigersi in bagno e affogarsi nella vasca da bagno. I medicinali fecero subito effetto e svenne sul divano. Questa volta fu il fratello Brian a salvarlo. Dopo i tentativi di suicidio si ritirò per un anno in un bungalow nei boschi.
Poco prima del suo ventiduesimo compleanno subì un’operazione che migliorò la sensibilità del pene, ma ci vollero altri due anni per permettergli di avere rapporti sessuali. David soffriva perché non avrebbe potuto avere dei figli. Due mesi più tardi conobbe Jane, una venticinquenne madre di tre figli avuti da tre uomini diversi. I due andarono subito d’accordo. Il 22 settembre 1990, due anni dopo essersi incontrati per la prima volta, si sposarono.
Quando la storia di David Reimer divenne pubblica – nel 1997 – emersero altri casi simili. La teoria di Money non funzionava nemmeno per i bambini intersessuali (nati con entrambi i sessi scarsamente sviluppati), molti di questi avevano subito operazioni chirurgiche per assegnare loro un sesso, ma in età adulta non si riconoscevano con il sesso che gli avevano conferito, o si riconoscevano come intersessuali. Anch’essi avevano avuto un’infanzia difficile.

Il triste epilogo

Il 5 maggio 2004, John Colapinto ricevette una chiamata da Ron Reimer, “David si è tolto la vita. Si è sparato nella sua auto”. I fattori che lo portarono al suicidio erano diversi. Nel 2002 era morto improvvisamente Brian, il fratello di David, caduto in una spirale di depressione e alcolismo, morì per una combinazione tossica di antidepressivi e alcool.
David aveva perso il lavoro, anche se la sua situazione economica non era ancora disastrosa, aveva i proventi del libro e un accordo cinematografico. Senza un lavoro restava in casa e ripensava al passato, i vecchi demoni non lo avevano mai abbandonato. Fu vittima di una truffa che gli costò 65 mila dollari.
La moglie Jane era la sua unica ancora. La donna diventava sempre più indipendente dopo aver trovato lavoro, il marito aveva paura di perderla. Il 4 maggio litigarono, David prese un vecchio fucile in garage, segò la canna, raggiunse un parcheggio e pose fine per sempre alle sue sofferenze.
Umberto Camillo Iacoviello, qui.

Mi raccomando, cominciate dall’asilo a insegnare che quello che abbiamo nelle mutande non conta, non ha niente a che fare con noi, la biologia non esiste. E boicottate con tutti i mezzi possibili quel dittatore fascista di Orban che vieta che ciò venga fatto nel suo stato.

barbara

INTERVALLO

Nella mia città, temperature minime e massime:

28/03: 9 – 17
29/03: 8 – 16
30/03: 7 – 14
31/03: 6 – 12
01/04: 5 – 11
02/04: 4 – 9

Sì, lo so, è per colpa del riscaldamento globale.

E ora un po’ di figure per svagarci un po’.

Attualità

Modernità

Prudenza

E ancora più prudenza

Gli esperti del nostro governo

Gli insuperabili cartelloni presso le edicole

Una preghiera esaudita

E, più o meno in tema

I quiz culturali di youtube

Ma c’è sempre qualche ignorante che dà la risposta sbagliata

Concludo con una domanda intelligente

E una ancora più intelligente: avete mai visto…?

barbara

QUANDO SI DICE

Quando si dice la transizione verde

Quando si dice la democrazia

Quando si dice metti la mascherina che c’è il virus

Quando si dice l’informazione

cadendo in verticale senza rompere il soffitto! Certo che sono davvero dei fenomeni questi costruttori di razzi russi.

Quando si dice l’inclusione

Will Thomas è un nuotatore, ma talmente schiappa che stava al 462° posto. Un giorno però ebbe un’idea geniale: decise di farsi chiamare Lia, e di colpo passò dal 462° posto nello stile libero maschile al primo posto in quello femminile. In altre parole, in nome dell’inclusione le ragazze sono state di fatto escluse dalle competizioni femminili.
Ora ha vinto i 500 SL nei campionati universitari di nuoto ad Atlanta, stracciando tutte. Ma la seconda, terza e quarta classificata hanno mandato un esplicito messaggio, ricomponendo, insieme, il loro podio, quello vero. Quello delle ragazze.

Forse la cosa giusta da fare, da parte delle ragazze, sarebbe di restar ferme sulla pedana di partenza e lasciare nuotare da solo il cazzoforo, ma è anche possibile, coi tempi che corrono, che il rifiuto di competere con una persona a causa del suo “genere percepito” sia punibile con l’espulsione dal gruppo sportivo.

Quando si dice mi mancano le parole

Quando si dice che il nazismo ucraino è una balla inventata da Putin

Lorenzo Capellini Mion

Kyev, Ucraina

La guardia d’onore del reggimento del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky rende omaggio al funerale di un membro della divisione delle SS Galichina.
Era il giugno 2021.
Le SS in Ucraina si resero responsabili di eccidi con pochi paragoni quanto a ferocia, in special modo contro ebrei e polacchi.
È solo uno delle diverse centinaia di esempi che si potrebbero fare come centinaia statue e strade intitolate ai collaboratori nazisti in Ucraina dove, dopo il colpo di Stato del 2014, i governi che si sono susseguiti hanno eretto monumenti in onore di collaboratori dei nazisti e di autori dell’Olocausto ad un ritmo sbalorditivo.
Ve lo lascio qui come spunto per quando si sente parlare di denazificazione.

Quando si dice l’abito non fa il monaco

Quando si dice che solo i dissidenti russi hanno il coraggio di sfidare il potere presentandosi in televisione con un cartello controcorrente

Quando si dice i bei tempi di una volta

barbara

METTETELA COME VI PARE…

“E’ vietato dire che solo le donne possono avere figli?”

E nello stupido terrore intellettuale in cui siamo piombati una deputata inglese del Labour finisce alla gogna. Ma se le femmine non esistono, i maschi Talebani chi cancellano?

La deputata laburista Rosie Duffield ha vinto il suo seggio a Canterbury nel 2017. Era stato un feudo Conservatore per un secolo. Ora, scrive il Telegraph, si scopre che Duffield non può partecipare alla conferenza del Partito Laburista alla fine di questo mese, “a causa delle minacce alla sua sicurezza”. Il suo “crimine”, o sarebbe meglio dire il suo “psicoreato” alla George Orwell? Affermare che solo le donne possono avere figli. Molti ora la vogliono fuori dal partito. Duffield è stata assalita online dopo aver messo un like a chi contestava  un post della Cnn che si riferiva a “individui con una cervice”. Duffield ha reagito dicendo: “Sono ‘transfobica’ per sapere che solo le donne hanno una cervice…?”. Lo è per i colleghi di partito. Duffield, racconta il Times, ha ricevuto numerose minacce di morte e ammette di aver iniziato a provare paura camminando per strada. “C’era la foto di un’impiccagione simulata. . . e qualcuno ha detto: ‘Vorrei poter photoshoppare Rosie Duffield in questo’”.
Minacce alle sicurezza a una donna per aver espresso un’idea? Sì, e anche più di una. Selina Todd, professoressa di Storia moderna all’Università di Oxford e femminista critica del gender, deve fare lezione con le guardie del corpo. In Inghilterra, la più antica democrazia al mondo.
J. K. Rowling, minacciata di morte da un anno, ha twittato a sostegno di Duffield e l’hashtag #IStandWithRosieDuffield era di tendenza su Twitter.
La realtà, purtroppo, non sembra essere più di moda. “Anche i trans possono avere le mestruazioni”, ha scritto Alexandria Ocasio-Cortez, la stellina del Partito Democratico americano. In questo ridicolo e spaventoso terrore intellettuale in cui siamo piombati è pericoloso per una donna ricordare che la differenza sessuale è reale.

“Chiunque dica che esistono maschi e femmine è intimidito”, spiega Claude Habib, docente alla Sorbona, saggista e scrittrice, nell’ultimo dossier su Le Débat pubblicato da Gallimard. “La specie umana è composta da due sessi: come mai una posizione così banale, così ragionevole, è stata esclusa dal dibattito? Come spiegare che la maggioranza è stata espropriata senza il diritto di formulare ciò che pensa?”.
E a finire sotto attacco sono tante donne, laiche e cristiane, per lo stesso reato intellettuale.
La celebre biologa di Harvard Carole Hooven è finita sotto attacco dopo aver affermato che il sesso biologico è reale e difeso l’uso di termini come “donne incinte” e “maschio e femmina”.  La Royal Academy of Arts in Inghilterra ha censurato e ritirato il lavoro di un’artista nata nella DDR dopo averla accusata di “transofobia”. Jess de Wahls è risultata in “conflitto” con i valori della celebre istituzione britannica a causa della critica all’“ideologia dell’identità di genere”. Päivi Räsänen, ex ministro dell’Interno finlandese, oltre che leader della Democrazia cristiana dal 2004 al 2015, è stato accusata di “crimini d’odio” e dovrà affrontare un processo per aver detto “maschio e femmina li creò”. Anche Lidia Falcón, presidente della Confederazione delle organizzazioni femministe e fondatrice del Partito femminista spagnolo nel 1979, è stata trascinata in tribunale per “transfobia” e ha raccontato: “È così che ci troviamo in questa distopia”.
Quando i giocatori di colore della nazionale di calcio inglese agli Europei sono stati offesi online, tutta la politica britannica ha chiamato all’azione. “Diversità” e “inclusione”, è stato detto. Ma, nel 2021 e nel tempo in cui si dice “segui la scienza”, se una donna dice che solo le donne possono avere figli, finisce nei guai.
Strano tempo, in effetti, in cui le donne afghane ai cancelli dell’aeroporto di Kabul implorano l’Occidente: “Salvate noi donne”. E in Occidente qualcuno risponde: “Tranquilla, ridefiniremo il concetto di ‘donna’ per includere anche gli uomini”.
Giulio Meotti

Mettetela come vi pare, ma da qui non si scappa:

Poi, volendo, ci sarebbe anche quest’altra cosa qui.

“Strane femministe, chiamate fascista chi critica il gender ma non i Talebani”

Una famosa scrittrice pakistana irride Judith Butler e compagne. “Come traducete ‘genere’ e ‘femminilità percepita’ a una donna afghana picchiata per strada?”

In Afghanistan, i Talebani ieri hanno eliminato il “Ministero per gli Affari femminili” per sostituirlo con il “Ministero per la prevenzione del Vizio e la promozione della Virtù”, hanno riaperto le scuole superiori per i maschi ma non per le femmine e, affermando che le donne non possono lavorare al fianco degli uomini, si apprestano a bandire il lavoro femminile in tutti gli uffici. Tre esempi di come gli “studenti coranici”, dopo vent’anni di tenue ma sostanziale libertà sotto l’egida occidentale, vogliono far sparire le donne dalla vita pubblica (quando non le uccidono per strada). Bina Shah è una famosa scrittrice pakistana tradotta in tutto il mondo. Pubblico questo suo saggio che sta facendo molto discutere e che irride le neofemministe occidentali come Judith Butler, la madrina del gender che insegna a Berkeley, che ha criticato il tentativo di liberare le donne afghane e che sul Guardian ha appena affermato che “la categoria di donna va ridefinita” per includervi chi “si percepisce” tale. Ma le afghane, accusa Shah, sono oppresse proprio a causa del loro corpo femminile reale, non percepito. Bina Shah sembra avere un contatto con la realtà più forte di tante occidentali.

***

Ho scritto un tweet arrabbiato: “Ho solo bisogno di sapere come si applica la definizione di donna di Judith Butler alle afgane che vengono picchiate per strada dai talebani. Ha mai considerato che le sue idee non si adattano alla vita delle donne nel Sud del mondo?”.
Ho pubblicato il tweet dopo aver letto dell’ormai famigerata intervista al Guardian in cui Butler ha affermato che le TERF (femministe radicali trans escludenti) si alleano con i ‘fascisti’. Questo dibattito sui diritti trans e sull’identità di genere sembra così lontano dalla realtà vissuta da me e da milioni di donne.
Ma è stata l’affermazione di Judith Butler che ‘dobbiamo ripensare alla categoria delle donne’ che mi ha fatto andare avanti. E arriva nel momento in cui ho visto donne afghane picchiate dai talebani mentre protestavano per i loro diritti, per la sicurezza e per la libertà di lavorare e studiare.
In Afghanistan (esempio estremo) ma anche in Pakistan, dove vivo, in India, Nepal, Bangladesh, paesi del Medio Oriente, Nord Africa, le donne (o le ‘persone con corpi femminili’) vengono maltrattate, vessate, aggredite e uccise non solo perché hanno corpi femminili, ma perché si rifiutano di consegnare quei corpi agli uomini per farne ciò che vogliono.
Poiché questo possesso di corpi femminili è assolutamente legato alla biologia femminile, alla produzione di bambini e al conforto sessuale per quegli uomini, separare il sesso dal genere nega completamente questa forma di oppressione che è enormemente offensiva per tutte noi che stiamo ancora lottando per porre fine alla discriminazione basata sul sesso nei nostri paesi.
Immaginate una donna musulmana nel Regno Unito che sfugge a un matrimonio violento e alle minacce di un delitto d’onore. Va in un rifugio dove si sente al sicuro perché è uno spazio per sole donne. Non solo perché è lontana dal regno della violenza maschile, ma perché come donna musulmana non si sente a suo agio nel condividere gli spazi intimi con un uomo.
Ma se una donna trans con un pene si trova nello stesso spazio, all’improvviso quella donna musulmana non è in grado di togliersi l’hijab o spogliarsi perché non può fare quelle cose di fronte a una persona con un corpo maschile che non sia un membro della famiglia. Non è un’ipotesi, ci sono donne musulmane, sikh e indù che ora sono escluse dagli spazi femminili perché la definizione di ‘donna’ è cambiata per includere le donne con il pene.
Le ragazze e le donne afgane hanno dovuto travestirsi da uomini per poter uscire di casa, guadagnarsi da vivere o svolgere lavori vitali sotto i talebani. Si chiamerebbe ‘fare il genere’, come dice Judith Butler, o è una strategia di sopravvivenza?
Temo che gli attivisti per i diritti trans si stiano comportando come imperialisti occidentali, imponendoci le loro idee di sessualità. Io non voglio il colonialismo di genere nel XXI secolo. E voi?
Giulio Meotti

Neanche noi lo si vorrebbe, ma al mercato delle vacche, si sa, vende meglio chi grida più forte.

barbara

ANCHE SE

Piccola riflessione ritardata – non sempre si riesce a cogliere tutto in prima battuta – sulla testimonianza della bambina italo-americana nel video presentato in questo post. All’inizio della sua testimonianza la bambina ha detto che l’insegnante ha fatto firmare a tutti gli alunni, senza chiedere l’autorizzazione dei genitori – un foglio in cui si impegnavano a rispettare tutti, “anche se sono trans, gender fluid, tutte le cose nuove”.
Una prima osservazione sul merito. Quanti di noi, settantenni, cinquantenni, trentenni, in prima media sapevano se erano omosessuali o eterosessuali, se si sentivano maschi o femmine o entrambi a giorni alterni? Credo che per tutti la risposta sia “nessuno”: non solo non lo sapevamo, ma non ci eravamo neppure mai posti questo problema. Perché capire se si è omo o etero, se ci si sente o no a proprio agio nel sesso in cui si è nati è un problema. E se non lo avevamo non è perché fossimo ritardati, ma semplicemente perché a quell’età queste questioni non si sono ancora presentate. Quei bambini che a undici anni sono “trans, gender fluid e tutte le cose nuove” si sentono tali perché qualcuno, dall’esterno, ha imposto loro questo problema. Questi bambini sono stati e continuano a essere abusati. Questi bambini hanno subito una intollerabile violenza che rischia di segnarli per tutta la vita. Coloro che hanno perpetrato questo ignobile abuso sono, senza messi termini, dei criminali.
Una seconda riflessione sulla forma: anche se. Qual è la normale situazione in cui, unita alla necessità di rispettare, usiamo l’espressione anche se? Per esempio devi rispettare tuo fratello anche se è un maledetto bastardo. Non devi mancare di rispetto al tuo collega anche se è un pezzo di merda. Devi trattare bene il tuo capo anche se è un figlio di puttana. Chissà se un giorno, quando avranno meglio assimilato le sfumature della lingua, quei ragazzini si renderanno conto delle implicazioni di ciò che l’insegnante ha loro imposto, e cioè che tutta quella gentaglia di per sé non meriterebbe affatto rispetto, ma noi li rispettiamo lo stesso perché siamo moralmente superiori
Una terza riflessione sulle conseguenze della forma: se nella lista delle categorie da rispettare mancano gli strabici, quelli li possiamo sfottere? Magari anche un pochino menare? E i Down, si sarà ricordata di inserirli nella lista? Gli autistici? Quelli con la “s” blesa? I daltonici? Gli stonati? Quelli con le orecchie a sventola? Perché a voler fare le liste delle categorie da trattare in un determinato modo, c’è sempre il rischio di dimenticarne qualcuna, dando così automaticamente libertà di bullismo nei confronti di chi è rimasto fuori. Non sarebbe più logico, più normale, più semplice, dire – DIRE! Non esigere dichiarazioni scritte e firmate! – che bisogna rispettare tutti, senza eccezioni e senza concessive? Io quell’insegnante, quella CLOACA di insegnante, sinceramente, non mi sento davvero di rispettarla, ma proprio per niente.

barbara